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Vucic, in Serbia tutti hanno diritto dire ciò che vogliono

Ma vi è diritto anche a rispondere. Incontro con Efj, Ipi, Seemo

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BELGRADO, 19 GEN - In Serbia tutti hanno il diritto di scrivere e di dire quello che vogliono, ma al tempo stesso tutti hanno il diritto di rispondere. Lo ha detto il presidente Aleksandar Vucic nel colloquio avuto oggi a Belgrado con Mogens Bjeregord, presidente della Federazione europea dei giornalisti (Efj).

Nell'incontro, ha reso noto la presidenza in un comunicato, si è parlato della situazione dei media in Serbia, dei modi per migliorarla, della libertà di espressione e della libertà dei media. Vucic - accusato dalle opposizioni di monopolizzare il mondo dell'informazione e di mettere il bavaglio ai media ritenuti scomodi - ha detto di essere consapevole della necessità di migliorare l'atmosfera e le condizioni nelle quali operano i media, osservando al tempo stesso come sia necessario rispettare i codici in fatto di informazione.

Su tali problemi, ha aggiunto, è pronto a lavorare con le altre istituzioni statali. "Non priverò mai nessuno, compreso me stesso, del diritto a rispondere", ha affermato Vucic, sottolineando di voler fare ogni sforzo a sostegno della libertà di espressione e dei media. Cosa questa apprezzata da Bjeregord, che tuttavia ha riferito di aver ascoltato, negli incontri avuti da ieri a Belgrado, denunce su un aumento delle pressioni sui media in Serbia. Si tratta, ha detto, di un tema di estrema importanza, e per la Serbia è basilare il rispetto di valori quali la libertà di stampa e di espressione, consentendo ai giornalisti di lavorare senza paure. E' importante inoltre, ha aggiunto Bjeregord, che le autorità risolvano in tempi rapidi tutti i casi di violenze a danno dei rappresentanti dei media e le uccisioni di giornalisti. "Ciò contribuisce a ridurre le pressioni e le violenze sui media, poiché i casi non risolti fanno sì che le violenze continuino".

All'incontro con Vucic erano presenti anche rappresentanti dell'Istituto internazionale della stampa (Ipi), dell'Organizzazione dei media per l'Europa sudorientale (Seemo) e delle Associazioni dei giornalisti serbi. (ANSAmed).

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