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Siria: Damasco e Ankara a Usa, no a forza curda a confine

Erdogan, pronti ad attaccare. Da Idlib 100.000 sfollati in un mese

Redazione Ansa

BEIRUT - Il governo siriano ha condannato "con forza" l'annuncio statunitense di creare una forza militare a guida curdo-siriana nel nord-est del paese, e ha definito l'azione di Washington "parte del suo progetto sionista" nella regione.

Gli Stati Uniti hanno annunciato ieri di voler creare una guardia frontaliera di circa 30mila uomini a guida dell'ala siriana del Pkk, che controlla di fatto l'area a nord e a est dell'Eufrate siriano confinante con Turchia, Iraq e col resto della Siria in mano alle forze governative siriane. La forza sarà composta almeno per metà da membri delle Forze democratiche siriane (Sdf), reduci della lotta all'Isis. L'addestramento di almeno 230 nuove reclute è inoltre già in corso.

Citata dall'agenzia siriana Sana, una fonte non precisata del ministero degli esteri di Damasco ha affermato che la decisione americana viene "nel quadro della sua politica di distruzione della regione" e "in violazione della sovranità e dell'unità della Siria".

Anche la Turchia condanna come "estremamente sbagliata" la decisione statunitense. Lo scrive in una nota il ministero degli Esteri di Ankara, che denuncia di non essere stato consultato in merito. La Turchia si oppone con forza alle milizie curdo-siriane, che ritiene un'organizzazione terroristica legata ai ribelli del Pkk curdo, attivi in Turchia.

Nel fine settimana, ci sono stati diversi scontri a fuoco tra l'esercito turco, che ha rafforzato la sua presenza al confine, e le stesse forze curde. Ieri, inoltre, il presidente Recep Tayyip Erdogan è tornato a minacciare un imminente intervento contro l'enclave curda di Afrin nel nord della Siria, circondata dal territorio della Turchia e dall'area di Idlib, dove l'esercito di Ankara è già schierato con funzioni di monitoraggio della tregua nell'ambito del processo.

Un'operazione dell'esercito turco nel nord della Siria contro i territori curdi di Afrin e Manbij, a ovest dell'Eufrate, può iniziare "in qualsiasi momento", ha ribadito stamani Erdogan, parlando all'inaugurazione di una fabbrica ad Ankara. Il leader turco ha nuovamente attaccato gli Usa, promettendo di "affondare" la nuova "forza terrorista" di protezione del confine siriano a guida curda, voluta da Washington, "prima che nasca". "Non saremo responsabili delle conseguenze" di questa iniziativa americana, ha detto Erdogan, citato da Anadolu. "Al momento stiamo colpendo con l'artiglieria" l'enclave curda di Afrin "e continueremo a farlo", ha poi aggiunto.

Anche la Russia dissente dall'iniziativa Usa. "Le azioni dimostrano che gli Stati Uniti non vogliono mantenere l'integrità territoriale della Siria", ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. La creazione della zona frontaliera curdo-siriana "significa - ha sottolineato - separare un enorme territorio lungo i confini con la Turchia e l'Iraq".

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