(dell'inviata Serenella Mattera)
(ANSAmed) - TUNISI, 27 NOV - Sostegno forte al lavoro
dell'Onu per arrivare alle elezioni in Libia nel 2018. E
richiesta pressante di "accelerare di molto e rafforzare"
l'intervento internazionale nei campi per i migranti. Sono i due
capitoli del dossier libico che Paolo Gentiloni squaderna dopo
un colloquio di oltre un'ora, a Tunisi, con l'inviato Onu in
Libia Ghassan Salamè. "Grazie anche all'iniziativa italiana",
rivendica, è ora possibile parlare con le autorità libiche,
prima sorde, di rimpatri volontari e corridoi umanitari. Ma
bisogna fare in modo che regga il "fragile" equilibrio nel Paese
e nel Nord Africa, dove preoccupa il ritorno di foreign fighters
da Siria e Libia.
Prima di visitare il museo del Bardo, dove nel 2015 persero
la vita in un attentato 24 persone tra cui 4 italiani, il
premier incontra Salamè in un hotel con vista sul Golfo di
Tunisi, su quel Mar Mediterraneo che l'Italia vuole sempre più
al centro dell'agenda europea. Nei colloqui di sabato i vertici
tunisini hanno chiesto al governo italiano supporto sul fronte
sicurezza e immigrazione, oltre che sul piano economico: si
discuterà sia di una nuova tranche del pacchetto (da oltre 500
milioni) di riconversione del debito, sia della possibilità di
fornire mezzi e veicoli, dopo i 12 pattugliatori dati a Tunisi
nel 2011. Ma il naufragio di un barcone al largo della Libia
riporta in primo piano la ben più difficile frontiera tripolina.
Con l'inviato Onu Gentiloni parla di stabilizzazione, dando
sostegno alle prossime tappe individuate da Salamè per
consolidare il "fragile" equilibrio: confermare a dicembre gli
accordi di Skhirat; indire un'assemblea nazionale di tutti i
soggetti politici e civili in primavera; rafforzare l'assetto
transitorio di consiglio presidenziale e governo per avere
interlocutori più solidi; lavorare, infine, per il voto "a
suffragio universale" nel 2018. Solo se questi passaggi
porteranno stabilità, si potrà garantire sicurezza, evitando -
come dice da Bari Marco Minniti - che il Nord Africa diventi un
"paradiso sicuro" per 25-30 mila foreign fighters e una
"piattaforma di attacco all'Europa". E solo con interlocutori
solidi si potrà fare "di più e meglio" per i migranti, contro la
disumanità registrata nei campi libici negli ultimi anni.
"Il centrodestra combatterà l'invasione dei migranti con
centomila espulsioni l'anno, cinquecentomila in un quinquennio",
promette Matteo Salvini, ai prodromi di una campagna elettorale
che sul tema promette scintille. Ma il governo respinge questa
ricetta e politiche di emergenza che "sono vento nelle vele dei
populisti". Bisogna "stroncare i trafficanti", dice il ministro
dell'Interno, ma insieme "aprire le porte alla legalità" con
"corridoi umanitari per chi scappa dalle guerre" e canali
"legali per chi viene a lavorare". E Gentiloni lancia il suo
appello all'Unhcr, all'Oim e alle ong che lavorano a Tripoli
perché "approfittino dell'apertura delle autorità libiche" e
rafforzino i controlli nei campi profughi - popolati da molti
migranti economici - ma discutano anche di "rimpatri volontari e
di potenziali corridoi umanitari dalla Libia".
Per la prossima settimana, spiega il ministro degli Esteri
Angelino Alfano, l'Italia ha convocato il briefing del Consiglio
di sicurezza chiesto dalla Francia sulla Libia. Ma per governare
alla radice le migrazioni, Gentiloni punta a una visione ben più
ampia che includa l'intera Africa. Di qui la scommessa sul
summit tra Ue e Unione africana cui il premier prenderà parte
mercoledì ad Abidjan, dopo aver fatto tappa in Angola e
Ghana.(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Gentiloni vede inviato in Libia, avanti su voto-migranti
Onu lavori su rimpatri-corridoi umanitari.Salvini,via in 500mila