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Tpi: Mladic, per serbi è un eroe per musulmani un criminale

Attesa per verdetto giudici Aja. In Bosnia riconciliazione lontana

Redazione Ansa

BELGRADO - Alla vigilia dell'attesa sentenza che il Tribunale dell'Aja pronuncerà mercoledì 22 novembre a carico di Ratko Mladic, il 'Boia di Srebrenica', in Bosnia-Erzegovina e' piu' che mai viva la contrapposizione di posizioni sull'ex generale comandante delle forze serbo-bosniache - per la popolazione serba un eroe leggendario che ha difeso strenuamente il suo popolo, per i bosgnacchi musulmani uno dei peggiori e piu' feroci criminali di guerra di sempre.

E' opinione generale nelle due entita' che compongono la Bosnia-Erzegovina - Republika Srpska (Rs) a maggioranza serba e Federazione croato-musulmana (Bh) - che Mladic sara' condannato domani all'ergastolo, la pena massima prevista dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi), ma mentre per la componente serba si trattera' di un verdetto ingiusto e della conferma di un accanimento antiserbo da parte del Tpi, per i musulmani sara' solo la giusta pena per i suoi crimini feroci e disumani.

Milorad Dodik, presidente della Rs, ha detto oggi che Mladic fece il suo dovere di comandante militare in maniera professionale e patriottica, e che una sua condanna non fara' altro che rafforzare il mito su di lui. "Ratko Mladic resta una leggenda per il popolo serbo, un uomo che mise le sue capacita' umane e professionali a difesa della liberta' del popolo serbo, ovunque esso fosse", ha affermato il leader serbo-bosniaco.

Sono tanti i serbi che continuano a considerare Mladic un autentico eroe. Nel suo paese natale di Bozinovic, in Bosnia, la via principale e' intitolata a lui e in gran parte delle case sono in bella mostra foto e poster dell'ex generale. E in Serbia non e' raro vedere in vendita in mercatini e stand per turisti magliette con il ritratto di Ratko Mladic con su la scritta 'Eroe Serbo'. Sull'altro fronte, decine di attivisti e rappresentanti delle vittime di guerra in Bosnia si sono recati all'Aja per assistere alla sentenza domani e urlare la propria soddisfazione al momento della prevista pesante condanna. Per questo molti osservatori ritengono che la sentenza di domani accentuera' ulteriormente la gia' forte e netta contrapposizione etnica in Bosnia-Erzegovina, creando nuovi ostacoli al difficile processo di riconciliazione.

In Serbia peraltro e' viva l'attesa per la chiusura del Tpi a fine anno, un Tribunale considerato di natura politica e apertamente anti-serbo. "Non credo che il Tpi abbia contribuito alla riconciliazione, al contrario esso ha favorito un ulteriore peggioramento della situazione", ha detto di recente la premier serba Ana Brnabic. "Non si puo' dire - ha aggiunto - che il Tribunale dell'Aja sia stato obiettivo nei riguardi di tutte le parti coinvolte nei conflitti degli anni novanta". 

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