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Barcellona, documento di quartiere per migranti irregolari

Lo darà il Comune Barcellona agli stranieri irregolari residenti

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BARCELLONA 17 NOV - Un 'documento di quartiere' per immigrati irregolari attesterà l'integrazione nel territorio di Barcellona dei possessori, per evitare che siano rinchiusi nei centri di internamento per migranti (Cie) ed espulsi.

Potranno chiederlo da dicembre migliaia di clandestini al Comune della città di Gaudí, nei dodici sportelli di attenzione alla cittadinanza (Oac) attivi, secondo quanto ha annunciato l'amministrazione della sindaco Ada Colau.

Il documento punta a evitare che i residenti stranieri, a partire dai 18 anni, "in situazione amministrativa irregolare" fermati, siano inviati dall'autorità giudiziaria nei Cie, potendo invece dimostrare la loro presenza da un anno in Spagna e almeno sei mesi a Barcellona. Un rapporto municipale accrediterà "il radicamento nella città", che "attenua o elimina il rischio di fuga", come ha spiegato il vicesindaco con delega ai Diritti di cittadinanza, Jaume Asens, in conferenza stampa. Si tratta di un'iniziativa "pioniera" sul fronte dell'assistenza e dell'integrazione dei migranti: "E' un documento ufficiale che ha una veracità importante e che accredita che la persona integrata è residente nella città", ha assicurato Asens.

"Crediamo che questo strumento possa evitare gli ingressi nei Centri di internamento di stranieri e le deportazioni" in altre strutture di detenzione di migranti in altre regioni spagnole, ha aggiunto. Gli sportelli cominceranno ad accettare le richieste "non appena saranno risolti gli emendamenti" al provvedimento, presentate dal gruppo consiliare del Partido Popular, ha spiegato il responsabile della direzione di Attenzione e accoglienza agli Immigrati, Ramon Sanahuja. Subito dopo la pubblicazione della disposizione sul Bollettino ufficiale della Provincia di Barcellona, prevista "per gli inizi di dicembre". Sanahuja ha evidenziato che il documento non regolarizza la situazione degli stranieri immigrati, che non è competenza comunale, bensì dello Stato. E che la decisione sull'espulsione degli stranieri in situazione irregolare spetta "al giudice che determina nel merito". Ma l'amministrazione comunale auspica che l'autorità giudiziaria "possa tenere in conto la certificazione di radicamento nel quartiere", nella valutazione del rischio di fuga degli stranieri 'sin papeles'. "Non si tratta di creare false aspettative, ma di favorire una nuova legalità municipale", come l'ha definita Jaume Asens, che ha confermato l'interesse mostrato da altre città, spagnole ed europee, per l'iniziativa.

Il Comune guidato dalla Colau considera "anomalo che siano privati della libertà migranti responsabili di un'inadempienza amministrativa". E l'adozione del 'documento di quartiere' è solo un passo ulteriore verso la chiusura del Cie, localizzato nella Zona Franca di Barcellona, una battaglia che vede impegnata l'amministrazione comunale in un braccio di ferro con il governo centrale, guidato dal conservatore Pp. A marzo, l'amministrazione di Barcellona emise un'ordinanza per il sequestro della struttura, carente di licenza e di misure di sicurezza adeguate. Ma Madrid ha continuato a mantenerlo aperto, per cui il Comune ha portato in tribunale il ministero degli Interni, in un contenzioso amministrativo presentato lo scorso 24 ottobre davanti al tribunale dell'Audiencia Nacional, che non si è ancora pronunciato nel merito. (ANSAmed).

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