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Migranti: Ue, chiudere i campi in Libia, sono inaccettabili

Lavoriamo sul campo con Onu. Addestrati solo 142 guardacoste

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Ue lavora in Libia "in piena cooperazione" con l'Onu "esattamente perché la nostra priorità è sempre stata e continuerà ad essere quella di salvare vite, proteggere le persone e combattere i trafficanti". Lo afferma una portavoce aggiungendo che è la Ue a finanziare Oim, Unhcr e Unicef.

"I campi di detenzione in Libia devono essere chiusi", sottolinea ancora la portavoce, perché "la situazione è inaccettabile" e la Ue "si confronta regolarmente" con le autorità locali perché usino "centri che rispettino gli standard umanitari".

"L'Unione europea sta lavorando sul terreno in Libia in piena cooperazione con le Nazioni Unite esattamente perché la nostra priorità è sempre stata quella di continuare a salvare vite umane, proteggere le persone, combattere trafficanti ed i contrabbandieri e per creare canali legali verso l'Europa per coloro che necessitano di protezione internazionale", ha detto ancora la portavoce del servizio esterno Ue, commentando con l'ANSA le accuse lanciate dall'alto commissario per i diritti umani dell'Onu. "Crediamo - ha concluso - che i campi di detenzione in Libia debbano essere chiusi. Quanto alla chiusura dei campi, la Ue perciò sta compiendo sforzi per sostenere l'istituzione i un processo standardizzato da parte delle autorità libiche, per cui i migranti salvati dalla Guardia Costiera libica vengono sbarcati e portati in centri di accoglienza che rispettano gli standard umanitari internazionali. Solleviamo regolarmente questo argomento con le nostre controparti libiche".

"Fin qui abbiamo addestrato 142 persone, non l'intero corpo della Guardia Costiera libica", ha proseguito la portavoce del servizio esterno Ue. Inoltre ricorda che la Ue, tramite la Oim, "dall'inizio del 2017 ha assistito oltre 8mila persone per il ritorno volontario nei paesi di origine" e che la Commissione Ue "sostiene, in cooperazione con l'Unhcr, anche il resettlement delle persone che hanno bisogno di protezione ed un certo numero di queste persone è già stato ricollocato". Infine afferma che l'addestramento della Guardia Costiera, che fa parte del mandato della Operazione Sophia, ha l'obiettivo di "migliorare le capacità di salvare vite in mare, combattere i trafficanti e rendere le acque territoriali libiche più sicure per tutti".

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