(di Francesco Cerri)
(ANSAmed) - BARCELLONA, 12 OTT - Potrebbe avere i giorni
contati il governo secessionista del presidente catalano Carles
Puigdemont dopo la dichiarazione di indipendenza 'sospesa' che
ha scatenato l'ira di Madrid.
Il premier Mariano Rajoy ha attivato la procedura per
l'applicazione dell'articolo 155 della costituzione, che
consente di sospendere di fatto l'autonomia catalana e
destituirne il presidente e i ministri. Rajoy ha lanciato un
ultimatum. Entro lunedì alle 10 del mattino Puigdemont deve
chiarire se ha effettivamente dichiarato o meno l'indipendenza,
attentando all'unità della Spagna. Entro giovedì dovrà
"rettificare". Altrimenti Rajoy chiederà al senato di attivare
'l'arma atomica' del 155.
Il premier spagnolo, che visibilmente non era entusiasta all'
idea di dover ricorrere a questo meccanismo coercitivo ha
finalmente ceduto alle mille pressioni che si sono esercitate su
di lui dopo il duro discorso di re Felipe il 3 ottobre scorso
contro la Catalogna. Dalla destra del suo partito e dalla
vicepremier Soraya de Santamaria, dalla stampa madrilena
compatta nell' invocare l'art. 155, dall'alleato Albert Rivera
di Ciudadanos. La notte scorsa, dopo il pronunciamento di
Puigdemont, Rajoy ha concordato la mossa con il leader
socialista Pedro Sanchez. In cambio dell'appoggio del Psoe,
Sanchez ha ottenuto l'accordo di Rajoy per l'avvio di una
riforma della costituzione che cerchi di offrire una nuova
sistemazione istituzionale alla Catalogna.
La prima risposta di Puigdemont all'ultimatum di Rajoy è
stato un nuovo appello al dialogo, "senza condizioni", con
Madrid. Il President ha proposto un tavolo di trattativa fra
"due persone del governo catalano e due di quello spagnolo". Il
portavoce del Govern Jordi Turull ha avvertito che la risposta
di Barcellona all'applicazione del 155 potrebbe essere la
proclamazione immediata della Repubblica come esige l'ala
sinistra dello schieramento secessionista, la Cup, delusa dal
'rinvio' annunciato da Puigdemont. Una decisione presa dal
president, ha detto l'analista indipendentista Pilar Rahola,
dopo gli appelli dell'ultimo minuto del presidente del consiglio
europeo Donald Tusk e dell'ex-segretario Onu Kofi Annan.
Nonostante in apparenza renda più burrascoso il clima,
l'ultimatum di Rajoy potrebbe dare più tempo ai tentativi di
mediazione in corso, confermati anche da Rajoy, che li ha però
respinti, davanti al Congresso. Molto potrebbe dipendere anche
da come sarà formulata la risposta di Puigdemont. Sulle chances
di poter avviare un dialogo influiranno anche le voci diverse in
seno al partito socialista la cui ala catalana, il Psc, è contro
il 155 e preme per una trattativa. I tempi poi potrebbero
ulteriormente dilatarsi. Se anche giovedì 19 ottobre Rajoy
deciderà di applicare l'art.155, dovrà comunque attendere un via
libera del senato, che potrebbe richiedere ancora qualche
giorno.
Ulteriore tempo per cercare di portare avanti un dialogo.
Se alla fine sfodererà effettivamente 'l'arma atomica' il
rischio di un avvitamento della crisi si farà serio. "Faremo
resistenza", ha avvertito il capogruppo al Congresso di Erc, il
partito del vice-president Oriol Junqueras, Joan Tardà. Questo
potrebbe voler dire decine di migliaia di civili nelle strade di
Barcellona o Girona schierati pacificamente come scudi umani
davanti alla polizia spagnola per impedire la destituzione o
l'arresto di Puigdemont e dei suoi ministri. Immagini che di
nuovo rischierebbero di suscitare proteste in tutto il
mondo.(ANSAmed).
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Ultimatum Rajoy alla Catalogna, 'fermatevi entro lunedì'
'Puigdemont chiarisca su indipendenza'.Madrid avvia iter art.155