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Dalla Catalogna profonda tante bandiere e un grido, 'Vuterem!'

Collera e frustrazione contro Madrid. Ma c'è chi teme vinca No

Redazione Ansa

(di Francesco Cerri)

PALAMOS - Dalle valli dei Pirenei alle spiagge della Costa Brava è un fiume di bandiere stellate dell'indipendenza in movimento, spinto dall'indignazione per il blitz dello stato spagnolo contro il Govern di Barcellona.

La Catalogna profonda vuole votare e lo grida dai manifesti gialli rossi blu appesi ai muri, dagli striscioni che proclamano "Republica!" all'ingresso dei villaggi. La provincia di Girona, fra mare, montagne e Francia, è quella dove essere 'spagnoli' è meno ben visto. Alle ultime regionali i partiti dell' indipendenza hanno stravinto con 12 seggi su 17 al parlamento regionale. Qui il lavorio cosmopolita di Barcellona è lontano. Dai tempi della rivoluzione e di Napoleone la simpatia per la Francia è grande, la gente si sente "afrancesada". Palamos, San Felieu de Guixols, Platja d'Aro, sono nomi familiari per gli italiani, che ogni estate affollano questa fetta di Costa Brava fra Barcellona e la Francia. Tutti i comuni fanno parte dell'Associazione dei Municipi per l'Indipendenza. I loro sindaci sono fra i 712 su 948 in Catalogna dichiarati indagati e chiamati a deporre in procura pena l'arresto per essersi schierati per il referendum.

A Palamos, 18mila abitanti, un tempo villaggio di pescatori, ora cittadina turistica d'estate, la gente si è riversata in piazza, quella dell'Ayuntamento, a due passi dal Mercato del Pesce, mercoledì sera per denunciare contro il blitz di Barcellona. Pronta a difendere il popolare presidente catalano Carles Puigdemont, ex-sindaco di Girona, e il suo governo. La frustrazione e la collera dominano. "Mi sento catalana e spagnola. Non sono mai stata indipendentista" spiega Angels, che gestisce un piccolo albergo, "ora sono sicura di volere andare a votare, e forse per il 'si', contro (il premier spagnolo) Mariano Rajoy". Il sindaco Lluis Puig, della Sinistra Repubblicana di Erc, il partito di Oriol Junqueras, si è precipitato a Barcellona per unirsi ai manifestanti sulla Rambla di Catalunya. "La gente vuole votare, vuole che sia rispettata la democrazia" ha spiegato a Radio Palmos il suo vice Jordi Pacci. "Dobbiamo difendere le istituzioni del nostro paese attaccate dallo stato franchista spagnolo" spiega fra i manifestanti Anton, "l'attacco di Madrid è sproporzionato".

Molti temono che dopo i sequestri di ieri, 10 milioni di schede nelle mani della Guardia Civil, non si riesca più a votare. Ma c'è chi non ha dubbi: "Vuterem!" garantisce Monica, infermiera, "ho solo paura possa vincere il 'no'".

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