(ANSAmed) - BRUXELLES, 4 AGO - "Non ci sono campi o 'centri"
per i migranti "in Libia, ma solo prigioni, alcune controllate
dalle autorità, altre da milizie e trafficanti, e vi sussistono
condizioni orribili. Chiunque venga sbarcato sulle coste libiche
torna in queste carceri. Possiamo sperare che un giorno ci
saranno centri decenti e aperti, ma oggi non esistono". Così
Vincent Cochetel, inviato speciale dell'Unhcr (l'agenzia Onu per
i rifugiati) per la rotta del Mediterraneo Centrale, in
un'intervista all'ANSA.
Secondo Cochetel, "va bene che l'Italia e altri
contribuiscano ad accrescere la capacità della Guardia costiera
libica, ma deve essere fatto secondo gli standard dei diritti
umani e nella piena coscienza di quanto avviene nelle carceri
libiche". "E' importante anche educare la Guardia costiera
libica agli standard dei diritti umani ed assicurare che nessuno
tra loro colluda con i trafficanti, e chi lo fa sia processato",
aggiunge.
Per quanto riguarda il caso Juventa, per l'inviato speciale,
"sta alla giustizia italiana pronunciarsi sulla base dei fatti".
(ANSAmed).
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Migranti: Unhcr, in Libia non centri ma carceri orribili
Cochetel, chiunque sia sbarcato su coste Paese torna in prigione