(ANSAmed) - TUNISI, 15 LUG - Abu Bakr al-Baghdadi avrebbe già
un successore alla guida dell'Isis: il tunisino Jalaluddin
al-Tunisi, attuale leader del gruppo terrorista in Libia. Il
condizionale, tuttavia, è d'obbligo, anche perché sulla morte
del fondatore del 'Califfato' non c'è ancora certezza, a partire
dagli americani.
La notizia sul nuovo capo dello Stato Islamico è stata
diffusa dall'emittente saudita Al Arabiya, secondo cui
Jalaluddin al-Tunisi è tra i pochi leader rimasti ed è "il più
qualificato a prendere il posto di al Baghdadi".
Il suo vero nome è Mohamed Ben Salem Al-Ayouni. Nato nel 1982
nella regione di Msaken nei pressi di Sousse, emigra in Francia
negli anni '90, dove ottiene la cittadinanza prima di rientrare
in Tunisia nei giorni della rivoluzione. Nel 2011 parte per la
Siria per partecipare alla guerra. Nel 2014, dopo la
proclamazione dello Stato Islamico da parte di Baghdadi alla
Grande Moschea di Mosul, al-Tunisi annuncia di unirsi all'Isis,
diventando 'molto vicino' al leader iracheno.
La sua prima apparizione sui media avviene attraverso un
video girato proprio nel 2014. Lo scorso anno, dopo la disfatta
dell'Isis a Sirte, al Baghdadi lo nomina Emiro dell'
organizzazione in Libia, perché - riferisce sempre Al Arabyia -
credeva fosse in grado di vincere e garantire la presenza
dell'organizzazione, ma anche per i suoi buoni rapporti con
altre organizzazioni estremiste attive in Nord Africa, quale
Okba Ibn Nafaa, affiliata ad al-Qaida.
Proprio il Nord Africa sarebbe in cima alla lista delle
regioni dove l'Isis vorrebbe espandersi - o in qualche modo
sopravvivere - dopo le sconfitte in Iraq e Siria. La Libia, in
particolare, può garantire un rifugio sicuro per organizzarsi,
reclutare e addestrare nuovi affiliati, sfruttando la
persistente debolezza politica e istituzionale di un Paese
ancora diviso.
Resta però da vedere se Baghdadi sia morto sul serio. Il
'Califfo' è stato dato per spacciato diverse molte. Nei giorni
scorsi, la sua fine era stata confermata dalla sua stessa
organizzazione, in un comunicato in cui si annunciava a breve
anche la nomina di un successore. La notizia era stata
confermata anche dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani
in Siria, ong basata a Londra con una vasta rete di informatori
nel martoriato Paese dove l'Isis aveva scelto la sua capitale,
Raqqa. Ma per certificare la sua morte, serve il sigillo degli
Stati Uniti. Proprio ieri il capo del Pentagono James Mattis ha
espresso molta cautela, affermando di non avere elementi certi.
Così Washington, ha puntualizzato, continuerà ad agire come se
Baghdadi fosse vivo. Fino a prova contraria. (ANSA).
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>>>ANSA/ 'Tunisino e leader in Libia il nuovo capo dell'Isis'
Lo annuncia Al Arabiya, ma resta mistero sulla morte di Baghdadi