(ANSAmed) – SARAJEVO, 22 GIU – "Dobbiamo sperare che la
Serbia e la Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di
Bosnia) riconoscano ufficialmente che a Srebrenica è stato
commesso un genocidio. Lo ha dichiarato, in un'intervista al
quotidiano di Sarajevo 'Oslobodjenje', il procuratore capo del
Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) Serge Brammertz,
riferendosi al fatto che i serbi ammettono che è avvenuto un
grave crimine a Srebrenica nel luglio del 1995, ma non
riconoscono che ci sia stato un genocidio, come e' stato invece
appurato dalla giustizia internazionale. L'11 luglio prossimo,
anniversario del massacro, come ogni anno a Srebrenica e nel
vicino Memoriale di Potocari si terranno cerimonie
commemorative.
"E' semplicemente un fatto indiscutibile – ha detto Brammertz
- e quelle autorità (di Serbia e Rs, ndr) devono avere l'onore e
il coraggio di riconoscere la verità. Non è una soluzione
completa, ma è difficile vedere l'inizio della soluzione del
problema e l'inizio di una vera riconciliazione, se e finché
questo non accade".
"Direi che il genocidio – ha detto ancora il magistrato - sia
la questione più delicata per le vittime, in particolare per le
famiglie di quei 7.000 uomini e ragazzi uccisi a Srebrenica e di
quelle 30.000 donne, bambini e anziani terrorizzati e scacciati
con la forza dalle loro case".
Brammertz e il presidente del Tpi Carmel Agius hanno
presenziato oggi a Sarajevo a una conferenza dal titolo
"Dialoghi sull'eredità del Tribunale Penale Internazionale per
l'ex Jugoslavia", organizzata dal Tpi che chiuderà i battenti a
fine anno e che in 24 anni di attività ha processato 161 tra i
principali responsabili di crimini di guerra commessi nell'ex
Jugoslavia e sentito più di 5.000 testimoni. (ANSAmed)
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Bosnia: Srebrenica, Tpi invita serbi a riconoscere genocidio
Procuratore Brammertz, 'si abbia coraggio di ammettere verita'