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G7: partnership con Africa su sviluppo paesi origine migranti

Documento finale sostiene diritti migranti ma anche difesa confini

Redazione Ansa

TAORMINA - L'obiettivo è chiaro. Per arginare il terrorismo e fermare i movimenti migratori dei disperati verso l'Europa occorre aiutare l'Africa a svilupparsi e offrire opportunità alle giovani generazioni che devono costruirne il futuro.
Se al G7 di Taormina siano state gettate le basi di ua partnership tra Nord e Sud è difficile da dire,Ma a sentire i
protagonisti del summit, allargato sabato a cinque paesi africani e alle istituzioni internazionali come Onu, Fondo Monetario
internazionale, Banca Mondiale e a quelle panafricane, la risposta è positiva.

I cinque paesi africani presenti a Taormina sono tra i maggiori 'fornitori' dell'immigrazione clandestina in Europa: Niger, Kenya, Tunisia, Nigeria e Etiopia. E ai Sette ricchi, il presidente nigerino Mahamadou Issoufou ha ricordato che i flussi migratori sono frutto di un mix tra "terrorismo, povertà, conseguenze dei cambiamenti climatici e della pressione demografica".

Secondo il premier Paolo Gentiloni, "le tracce dell'Africa sono molto forti dentro questo Vertice, più o meno un quarto, un
quinto del tempo è stato dedicato al confronto con le organizzazioni africane, chiamate a parlare di Africa, e con i leader africani presenti". Gli fa eco ll canadese Justin Trudeau.  "Sono stati i leader africani a dirci quello che possiamo fare per aiutarli - ha detto -. Occorre una risposta della comunità internazionale per far diminuire questo senso del bisogno che spinge i giovani a lasciare il paese. Dobbiamo investire nelle opportunità economiche, sulla sicurezza alimentare, nella lotta al terrorismo, ed investire".

Il comunicato finale del G7 dedica un paragrafo all'Africa, parlando di "alta priorità". Ma l'agenda per lo sviluppo stilata
dall'Unione Africana parla di obiettivo 2063, per cambiare radicalmente le cose. Un obiettivo a lungo termine, quindi, con
Europa, America e Giappone, sempre pronti a appoggi verbali e scritti, meno ad aprire il portafoglio.

 

G7 sostiene diritti migranti ma anche difesa confini nazionali

La gestione dei flussi migratori richiede "sforzi coordinati a livello nazionale e internazionale". Lo si legge nel comunicato finale del G7: "pur sostenendo i diritti umani di tutti i migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati, individualmente e
collettivamente, a controllare i propri confini e stabilire politiche nell'interesse nazionale e per la sicurezza".

"Non mi aspettavo soluzioni dal G7 - ha detto il premier Paolo Gentiloni - ho apprezzato nel documento e nella discussione una doppia consapevolezza: bisogna lavorare molto per il medio termine in Africa e tra le cause c'è un cambiamento climatico, e in breve serve unire politiche di sicurezza e accoglienza". 

IL G7 non ha visto un accordo al ribasso sui migranti rispetto alle aspettative - ha aggiunto - e "non era certo Taormina" la sede per trovare alcune soluzioni europee e globali fra Paesi con approcci molto diversi sulle migrazioni.

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