(ANSAmed) - TUNISI, 25 MAG - "Nella guerra contro la
corruzione non ci sono alternative: o la corruzione o lo Stato,
o la corruzione o La Tunisia ed io ho scelto la Tunisia, come
tutti i tunisini". Lo ha detto il premier Youssef Chahed a
proposito dell'operazione che da due giorni sta portando agli
arresti di decine di notabili in Tunisia, già battezzata dalla
stampa locale "Mani Pulite" scritto in italiano, con riferimento
alle vicende giudiziarie degli anni Novanta.
Si tratta di un'azione condotta in prima persona dal capo
del governo di unità nazionale, dato che i provvedimenti di
restrizione della libertà personale, secondo una norma prevista
dallo stato di emergenza in vigore nel Paese, vengono adottati
dal ministero dell'Interno e non dalla magistratura nel caso di
minaccia alla sicurezza dello Stato. E tale è appunto qui intesa
la corruzione.
I primi due arresti sono di persone legate a responsabili
dell'establishment, l'imprenditore Chafik Jarraya e l'ex
candidato alle ultime presidenziali, anch'egli imprenditore,
Yassine Channoufi, entrambi per corruzione, malversazione e
minaccia alla sicurezza dello Stato.
Da qui una serie di arresti a catena nei confronti di altri
esponenti del mondo imprenditoriale, ex funzionari di stato e
'signori' del contrabbando, di cui le norme dello stato di
emergenza rendono difficile accertare l'identità.
Secondo i media locali sarebbero una cinquantina i potenziali
destinatari di misure cautelari, 36 invece i provvedimenti già
emessi di divieto di espatrio. Particolarmente grave sarebbe,
secondo alcune indiscrezioni, la posizione di Jarraya,
sospettato di 'foraggiare' i manifestanti di Tataouine che hanno
manifestata per circa un mese per chiedere occupazione e
sviluppo, al fine di incitarli a commettere disordini. Ma è
tutto il mondo politico ad essere in fibrillazione, poiché tra
gli arrestati vi sono anche finanziatori di alcuni importanti
partiti politici, con stretti legami con quel mondo.
I principali partiti della coalizione di governo, Nidaa
Tounes ed Ennhadha si sono schierati subito dalla parte del
premier, esprimendo sostegno all'iniziativa dell'esecutivo, e
così hanno fatto altre formazioni come Jomhouri, Al Massar,
Machrou Tounes .
Questa operazione giunge alcuni giorni dopo la testimonianza
in tv del nipote dell'ex 'premier dame' Leila Ben Ali, Imed
Trabelsi, in un'audizione pubblica davanti alla Commissione
Verità e Dignità (Idv): qui l'ex rampollo della famiglia
presidenziale ha descritto un sistema di corruzione all'epoca
ben rodato grazie alla complicità di doganieri, alti funzionari
e ministri. (ANSAmed).
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Tunisia: ondata di arresti eccellenti, è 'Mani Pulite'
Pugno duro delpremier contro corruzione grazie a stato emergenza