(dell'inviata Marina Perna)
(ANSAmed) - TAORMINA, 25 MAG - Tutti d'accordo e pronti a
scendere in campo sulla lotta al terrorismo che, a pochi giorni
dalla strage di Manchester, irrompe sul tavolo tra le priorità
del G7 di Taormina. Ma lontani sul clima, che rischia di essere
il nodo più spinoso del summit.
Tra i sette, molti i volti nuovi: Paolo Gentiloni, Donald
Trump, Emmanuel Macron e Theresa May siederanno per la prima
volta al tavolo del club, portando cambi di rotta nelle
politiche dei loro paesi. Primo tra tutti quello del presidente
Usa, che sul clima sembra intenzionato a non mollare. Finora,
nonostante l'appello che gli ha rivolto ieri anche papa
Francesco, ha temporeggiato. Ma appare intenzionato a restare
fermo sulle posizioni della campagna elettorale: l'accordo di
Parigi - come avrebbe ribadito nei suoi incontri a Roma - costa
troppo. L'accordo resta invece la 'linea rossa' di molti, come
ricordato dall'Eliseo di Macron che, anche oggi, ha invitato
Washington a "non fare dichiarazioni precipitose", appoggiato
anche da Berlino. Un nodo che sta mettendo a dura prova gli
sherpa impegnati nella redazione del comunicato finale.
L'Italia non vuole strappi. Spetterà a Gentiloni, che ha
riconosciuto come il "confronto non sarà semplice", tentare la
mediazione. Lo farà iniziando dai temi più condivisi, come la
lotta al terrorismo: "Va alzato il livello", ha ricordato. Ed è
attesa una dichiarazione ad hoc, allegata al documento finale,
quest'anno più 'light', meno corposo delle solite 30-40 pagine.
Ma in cima all'agenda della presidenza italiana ci sono
soprattutto i migranti, da sempre un priorità per Roma con
Matteo Renzi che scelse Taormina proprio per dare un segnale
dell'emergenza siciliana. Il messaggio da far passare e
condividere riguarda, in particolare, la Libia. Convincendo i
Grandi che si tratta di un elemento di instabilità globale e non
solo di una crisi regionale, da affrontare quindi tutti insieme.
Resta aperta anche la questione del commercio internazionale.
Con il fronte Ue e non solo (al vertice c'è anche il Giappone di
Abe) che ribadirà quel ruolo chiave del multilateralismo che mal
si concilia con i venti protezionistici che spirano, almeno
nelle dichiarazioni, dall'altra parte dell'oceano.
Tra un ingente schieramento di sicurezza, tante 'chicche'
(dal concerto della Filarmonica della Scala ad una mostra con
Leonardo e 'L'Ignoto Marinaio' di da Messina) e qualche timore
per le annunciate manifestazioni del 'controvertice', i lavori
in una Taormina blindata saranno serrati. Anche sull'Africa, sia
come emergenza fame e carestie che come continente d'origine
delle migrazioni. Si parlerà pure della necessità di spingere
crescita e lavoro e delle crisi internazionali, dalla Siria
all'Ucraina, dal Medio Oriente alla penisola coreana. Passando
per il ruolo delle donne. E, anche, del rapporto con Mosca.
Gentiloni è stato la scorsa settimana da Putin che, scherzando,
ha detto di avergli dato un messaggio 'segreto' per i Grandi.
L'Italia, ferma nella posizione del rispetto di Minsk per
l'Ucraina, vuole tenere aperto il dialogo e certamente porrà il
tema.
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Terrorismo e clima, la sfida dei 7 Grandi a Taormina
Uniti contro l'Isis, ma l'ambiente ed il commercio dividono