(ANSAmed) - ROMA, 4 MAG - Sostenere il processo democratico
tunisino attraverso la creazione di un fondo da 20 miliardi di
euro E' questo l'intento dell'appello lanciato oggi a Roma dalla
Fondazione Craxi nel giornata di studi sulla Tunisia come
"speranza nel Mediterraneo".
La responsabilità collettiva è quella di fare in modo che
questa "rivoluzione democratica abbia successo e provare che la
cooperazione economica è la migliore barriera contro gli
estremismi, dimostrando che la Tunisia è un modello da seguire
in materia di cambiamento sociale, economico, democratico per
tutta la regione", afferma il documento.
In tale contesto, vi si legge, "l'obiettivo del Piano di
sviluppo 2016-2020 è ambizioso e prevede uno sforzo massiccio di
investimenti pubblici e privati, e la Tunisia conterà
innanzitutto sulle proprie forze", con un risparmio nazionale
che si prevede copra il 60% dei bisogni. Ma non basta.
L'appello alla comunità internazionale è dunque di sostenere
questo sforzo con un fondo pari a 20 miliardi di euro in 5 anni.
A ciò si deve aggiungere, si auspica, un impegno dei singoli
governi a sostenere la Tunisia per farle ottenere lo status di
partner associato all'Ue con pieno accesso ai fondi strutturali.
L'appello è stato già presentato in Francia, ha ricordato la
presidente della Fondazione, Stefania Craxi, e ha già ottenuto
il sostegno di ''50 personalità del mondo della politica, della
cultura e dell'impresa", fra cui Ouided Bouchamaoui, presidente
dell'unione imprenditoriale Utica, parte del 'Quartetto' che ha
ricevuto il Premio Nobel per la pace 2015. ; Tarak Ben Ammar,
imprenditore e finanziere internazionale; Giovanni Ottati,
Presidente di Assafrica e Mediterraneo e, naturalmente, Chekib
Nouirà, Presidente dei Cercle Kheireddine e co-promotore
dell'Appello".
La Fondazione Craxi, ha proseguito, ''unitamente al Cercle
Kheireddine, hanno inteso promuovere questo Appello, che in
Francia ha già raccolto numerose ed autorevoli adesioni, per
riaccendere i fari sulla Tunisia anche in Italia''.
Sostenere la transizione democratica tunisina, ha
sottolineato Stefania Craxi, è ''nell'interesse dell'Italia,
nell'interesse dell'Europa, nell'interesse dei popoli che
abitano queste due sponde, e non solo. La posta in gioco è
chiara''. Da una parte, ha evidenziato, ''una Tunisia prospera e
pacifica, partner affidabile e naturale dell'Italia e
dell'Europa, aperta ai valori condivisibili dell'Occidente.
Dall'altra terrorismo, estremismi ed integralismi, instabilità,
immigrazione incontrollata e tragedie immani. Come è ben scritto
nel documento, le ''rivoluzioni democratiche'', la difesa della
libertà, dei diritti dell'uomo e della donna, non hanno certo
prezzo, ma hanno un costo''. A questa legge, ha concluso Craxi,
''non sfugge e non potrebbe sfuggire la Tunisia''. (ANSAmed).
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Tunisia: appello per sostegno finanziario a sua democrazia
Fondazione Craxi, impegno internazionale per 20 mld in 5 anni