Rubriche

Egitto: torna stato d'emergenza, c'è anche stretta sui media

Dopo attacchi a copti, nuovi limiti libertà personali e corti speciali

Redazione Ansa

ROMA - Il parlamento egiziano ha approvato oggi "all'unanimità" il decreto, annunciato domenica sera dal presidente Abdel Fattah Al Sisi, per applicare lo stato d'emergenza a tutto il paese per tre mesi, in seguito agli attentati terroristici contro due chiese copte a Tanta ed Alessandria, dove sono morti almeno 46 cristiani.

Lo stato di emergenza rafforza i poteri della polizia consentendo anche fermi a tempo indeterminato, sospende il peraltro già compresso diritto di manifestazione indicando in cinque persone il limite massimo agli assembramenti consentiti ed espone i civili ai tribunali militari. Queste almeno sono disposizioni comunemente associate allo stato di emergenza che il paese ha conosciuto nella sua storia recente.

Il presidente della repubblica, Abdel Fattah Al Sisi, ha il diritto di imporre "restrizioni alla libertà personali di raduno, movimento, residenza e circolazione in certi luoghi e momenti", secondo un testo rilanciato dal sito El Watan. La legge fra l'altro estende a "sei mesi" il periodo che deve trascorrere prima di poter far ricorso contro un arresto.

Il capo di Stato inoltre "sorveglia i messaggi di qualsiasi natura e controlla giornali, opuscoli, pubblicazioni, direttori, caricature e tutti i mezzi d'espressione e di pubblicità prima della loro pubblicazione" e ha il potere di "confiscare e chiudere tipografie".

"Le Alte corti della sicurezza dello Stato sono le sole responsabili di perseguire i crimini commessi in violazione degli ordini emessi dal presidente o suoi rappresentanti". L'Egitto ha trascorso in stato d'emergenza 44 degli ultimi 50 anni: fu dichiarato durante la guerra arabo-israeliana del 1967 per rimanere in vigore fino al 1980 ed essere reintrodotto con l'assassinio del presidente Anwar Sadat l'anno dopo; in seguito fu prolungato ogni tre anni fino al 31 maggio 2012, dopo la caduta di Hosni Mubarak. Fu infine reintrodotto per un mese nel 2013 con la a sanguinosa repressione delle proteste (anche armate) dei sostenitori del presidente Mohamed Morsi, destituito da una rivoluzione popolare appoggiata dall'esercito.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it