(ANSAmed) - ROMA, 2 MAR - Un convegno sulla legge quadro
italiana sull'immigrazione, "non per celebrarla ma per
ricordarla, dato che spesso viene dimenticata ma è stata una
svolta all'interno delle politiche migratorie del nostro Paese".
Questo il tema dell'incontro "A 20 anni dalla prima legge quadro
sull'immigrazione (40/98): l'attualità di una riforma per
governare l'immigrazione" tenutosi oggi al Senato a Roma.
Questa normativa, chiamata anche "legge Turco-Napolitano",
approvata dal Parlamento nel 1998, "resta molto attuale per la
sua rottura con una logica di emergenza delle migrazioni"
ricorda Livia Turco, al tempo ministro per la Solidarietà
sociale, della quale la legge porta il nome insieme all'allora
ministro degli Interni, e ora Presidente emerito della
Repubblica, Giorgio Napolitano.
Durante il convegno è stata evidenziata l'attualità della
legge quadro, che prevede "una scelta molto netta, fatta di
diritti e doveri per gli immigrati e che tutela l'accesso alla
salute, il diritto alla maternità, la difesa dei minori ed i
diritti connessi alla cittadinanza", ha spiegato Turco, insieme
alla "lotta alla tratta degli esseri umani".
Anche Giorgio Napolitano durante il convegno ha sottolineato
che la legge ha tentato di "creare una contrapposizione tra
politiche di immigrazione e tema della sicurezza", ma che alcune
politiche previste dalla norma "in tema di integrazione sono
rimaste soltanto sulla carta e non applicate". Napolitano ha poi
spiegato che "l'impegno della legge a lottare contro
l'immigrazione clandestina e la già allora spaventosa
commercializzazione degli esseri umani presupponeva che ci
fossero canali di ingresso legale nel nostro Paese", ma col
passare degli anni "il sistema si è aggrovigliato dopo il
diluvio di decreti sulla legge organica, che hanno vanificato il
lavoro fatto", come nel caso del "meccanismo di quote d'ingresso
legale" previsto nel testo originario.
Monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione
Migrantes, ha sottolineato che la legge "presenta delle lacune:
il volto dell'immigrazione di oggi non è quello del 1998. Oggi
parliamo di 5 milioni di stranieri in Italia: un popolo nel
popolo che meriterebbe di essere accompagnato da leggi che
abbiano una qualità sociale che aiuti all'integrazione".
Durante il convegno è intervenuto anche il ministro
dell'Interno Marco Minniti, che ha definito la legge "un
riferimento normativo importante e di assoluta attualità".
Tuttavia il ministro ha anche sottolineato che "in 20 anni il
quadro è diventato molto più complesso per una serie di fattori
imprevedibili". Il ministro ha criticato l'operato dell'Europa,
sottolineando che "non c'è molta disponibilità" da parte dei
Paesi europei per il meccanismo della relocation e che "la
discussione sulla modifica del regolamento di Dublino dovrebbe
andare verso una direzione di maggiore solidarietà, ma per ora è
l'esatto opposto".
Minniti ha poi difeso l'operato del governo, spiegando che
"una politica incontrollata di flussi illegali è insostenibile"
e difendendo la necessità di accordi bilaterali come quello con
la Libia, perché "il tema delle tratte va affrontato in Libia,
garantendo il rispetto dei diritti umani di chi viene bloccato
ai controlli della frontiera marittima e del sud della Libia".
Infine il ministro ha spiegato che l'idea del governo è
"affrontare il nodo degli ingressi illegali rafforzando
l'ingresso legale e i corridoi umanitari. Ci battiamo perché su
questo ci sia un punto di vista più ampio di quello solamente
italiano, ma non c'è. Su questi temi ci stiamo giocando un pezzo
fondamentale del futuro delle nostre democrazie".(ANSAmed).
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Migranti: legge Turco-Napolitano 'una svolta ancora attuale'
Presidente emerito, canali legali contro commercio esseri umani