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Migranti:Fitoussi,Ue investa in sponda Sud o populismo vince

Economista, aiuti a Tunisi e intesa con Tripoli passi avanti

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 10 FEB - "In attesa di una politica migratoria comune in Europa, per rallentare i flussi servono investimenti: serve un maggior intervento del pubblico a sostegno del privato e una maggiore integrazione della sponda Sud alla sponda Nord del Mediterraneo che porti a una competitività". E' quanto torna a ribadire Jean-Paul Fitoussi, economista francese, professore emerito all'Institut d'Etudes Politiques di Parigi e docente alla Luiss di Roma, a margine della seconda giornata del Forum sulle opportunità di investimento e di sviluppo nel bacino del Mediterraneo organizzato da Ernst & Young nella capitale. In questa direzione, vanno gli aiuti chiesti dalla Tunisia che ieri proprio da Roma - in occasione della visita del presidente della Repubblica Essebsi, ha chiesto un sostegno economico. La Tunisia, dice Fitoussi, "merita di essere aiutata". "E' l'unico Paese - fa notare - che meriti di essere aiutato, è il solo Paese dove la speranza di una democrazia sia davvero lì".

La mancanza di una "politica migratoria comune europea porterà alla vittoria dei populismi. Avremo Grillo in Italia, Le Pen in Francia e governi fascisti in Austria e in Olanda". Per questo populismo che avanza, sostiene Fitoussi "non ci sono ragioni economiche: cresce nei Paesi dell'Europa meridionale, dove non c'è occupazione e gli arrivi sono maggiori, ma cresce anche in Paesi come la Scandinavia, dove il sistema economico e il sistema di protezione sociale funziona. Si tratta di un problema di democrazia e politico". L'Europa, avverte, "ha una responsabilità enorme, perché nel suo inattivismo attizza il populismo e l'estremismo". In tema di gestione di flussi migratori, i 28 vanno in ordine sparso "e affidano ai Paesi ai margini, Turchia e Serbia la gestione del problema, in cambio di soldi". L'Italia li darà alla Libia, dopo il Memorandum d'Intesa - una mera dichiarazione d'intenti - siglato pochi giorni fa con il governo di Tripoli. "E' già un passo avanti - replica l'economista - ma spero che l'Italia vada avanti e riesca a trasformarlo in vero e proprio accordo". Per ora, conclude, "non esistono altre possibilità".(ANSAmed).

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