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Migranti: Mogherini, in Libia non condizioni accordo Turchia

Presto incontro Serraj. 'Sophia salva vite, ne siamo orgogliosi'

Redazione Ansa

BRUXELLES - Il piano per frenare i flussi migratori dalla Libia che la Commissione presenterà ai leader nel vertice del 3 febbraio alla Valletta non ha alcun punto in comune, a cominciare dalla dimensione finanziaria, con l'accordo fatto con la Turchia per la rotta del Mediterraneo orientale. "Non pensiamo a qualcosa di simile" perché le condizioni dei due paesi e la composizione dei flussi "sono completamente diversi", ha spiegato l'Alta rappresentante Ue Federica Mogherini, ricordando che comunque alla "busta" da 200 milioni di euro impegnata dalla Ue "per il 2017" si affiancano il finanziamento da 100 milioni di euro "per creare stabilità" nel Paese. Mogherini ha aggiunto che la Libia non è entrata nel gruppo dei primi cinque paesi con cui la Ue ha firmato i compact "proprio perché è in una situazione particolare" e quindi "per questo il lavoro è volto alla stabilità politica" e a contribuire a dare i mezzi al governo di accordo nazionale "per il controllo del territorio e garantire la sicurezza dei cittadini".

"Non so se salvare vite umane sia un 'pull factor', ma ne sono molto orgogliosa - ha detto ancora Mogherini -. Il fatto che la Ue, con la sua operazione militare, salvi vite umane, oltre a consegnare trafficanti alla giustizia e distruggere i loro barconi, è una cosa buona". Mogherini ha così risposto a chi sostiene che l'operazione navale EuNavFor Med sia un fattore che stimola la migrazione dalla Libia.

Nel 2015 - ha ricordato - la Ue era criticata per l'assenza nel Mediterraneo, mentre l'operazione Sophia "ha salvato 32mila vite umane" e ha aggiunto: "La presenza ed il salvataggio delle vite in mare è un dovere morale. L'assenza non scoraggerebbe le persone a prendere il mare".

Mogherini - che prossima settimana incontra il premier libico Serraj - ha anche sottolineato che la maggior parte delle morti avviene nelle acque territoriali dove Sophia non può operare e dove "la responsabilità è delle autorità libiche". Da qui la proposta di aumentare le risorse per l'addestramento della guardia costiera libica compiuto dall'autunno scorso proprio dalla missione Sophia. (ANSAmed).

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