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Giovani regione Med a Malta, 'superare narrativa estremismo'

Forum Anna Lindh con società civile, arma dialogo anche su web

Redazione Ansa

(di Luciana Borsatti)

LA VALLETTA - Mentre in Siria, Iraq e Libia continua l'inferno delle guerre - in cui la sconfitta dell'Isis è solo una delle poste in gioco - a Malta centinaia di giovani ed esponenti della società civile della regione euro-mediterranea discutono su come riuscire a contrastare e andare "oltre" la 'narrativa' dell'estremismo, con le nuove generazioni appunto in prima linea.

Questo infatti uno dei temi al centro dell'agenda del MedForum 2016 della Fondazione euro-mediterranea Anna Lindh, che ha raccolto a Malta circa 650 partecipanti per discutere di contrasto del radicalismo violento, ma anche di città interculturali come "potenziali incubatori del dialogo", di un'istruzione che sia più centrata sui valori per agire nella prevenzione di incomprensioni e conflitti, dell'area euro-med come straordinario bacino di scambi e di incontro in una società 3.0, di sostegno ad una imprenditoria creativa che parta dalla società civile. E ancora, dei ruoli che possono giocare i media, le donne e l'arte, nonché di popoli in movimento e migrazioni.

"Cresce l'importanza delle voci dei giovani per combattere l'estremismo", ha detto Elisabeth Guigou, presidente dell'Anna Lindh Foundation, nell'assemblea plenaria di oggi, in cui vi è stato anche il lancio delle Young Mediterranean Voices, evoluzione del programma Young Arab Voices che ha coinvolto decine di migliaia di giovani in iniziative per la formazione al dialogo ed al dibattito pubblico nella società civile.

Ma la mobilità e gli scambi dei giovani nella regione Euro-med si scontrano con una dura realtà in piena controtendenza, in cui i flussi migratori e la paura di infiltrazioni terroristiche sembrano concorrere a chiudere piuttosto che aprire le frontiere. "Non vogliamo che i nostri Paesi siano isolati né che l'Europa sia una fortezza", ha detto ancora Gigou, annunciando l'impegno della Fondazione per la ricerca di "mezzi legali per la mobilità dei giovani" e l'estensione della pratica del programma Erasmus "anche al sud del Mediterraneo".

Irina Bokova, alla direzione generale dell'Unesco, ha da parte sua evidenziato quanto sia importante combattere l'estremismo fin dai banchi di suola, anche affinando le competenze degli insegnanti: un impegno destinato a dare risultati sul lungo periodo, ma non per questo meno urgente anche alla luce della drammatica condizione dei bambini migranti e rifugiati. Quasi la metà di loro, ha sottolineato, non ha la possibilità di andare a scuola, con il rischio che si crei "una generazione perduta".

"Non dobbiamo parlare 'ai' giovani ma 'con' i giovani", ha detto da parte sua il ministro degli esteri maltese George Vella, che ha sottolineato come Malta, per la sua storia e "capacità di comprensione del mondo arabo come di quello europeo", possa "fare da catalizzatore" efficace di confronto tra i due. E ha ricordato come, fra i temi al centro del prossimo semestre di presidenza della Ue affidato proprio alla Valletta, il tema delle migrazioni sia prioritario, con particolare attenzione ai flussi provenienti dall'Africa - sotto la spinta di drammatici problemi ambientali e di sviluppo. A questo tema sarà in particolare dedicato un incontro a febbraio, per fare il punto sul programma di investimenti europei varato all'Africa summit del novembre 2015.

Ma è nel fitto calendario di seminari e laboratori a tema che si realizza in questa tre giorni, fino a domani a Malta, il vero spirito del Forum. Ad inaugurarli ieri un laboratorio su come contrastare l'estremismo sul web e sui i social media, tramite campagne e messaggi 'positivi' promossi proprio da gruppi e soggetti delle società civili, alla luce delle diverse realtà loali, dalla Tunisia all'Algeria e all'Egitto. A promuoverlo l'Institute for Strategic Dialogue di Londra, presente fra gli altri Brian Fishman, Facebook Lead Policy Manager for Counterterrorism.

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