(ANSAmed) - CITTA' DEL VATICANO, 22 AGO - "Nella classifica
delle migliori scuole del Paese, pubblicata dal ministero
dell'Istruzione israeliano pochi giorni prima dell'inizio del
nuovo anno scolastico, le scuole cristiane occupano una
posizione di tutto rispetto. Eppure le scuole cristiane in
Israele rischiano il collasso finanziario a seguito dei tagli di
bilancio operate dal Ministero, che non ha ancora onorato gli
impegni assunti alla fine dello sciopero nel mese di settembre
del 2015". Lo sottolinea una nota pubblicata sul sito del
Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Ci sono 47 scuole cristiane in Israele, gestite da cattolici,
ortodossi, anglicani, dalla Chiesa di Scozia, dalla Chiesa di
Cristo e dalle Chiese battiste. Queste scuole cristiane
riuniscono 33.000 studenti cristiani, musulmani, drusi ed ebrei
da tutto il paese.
"Negli ultimi sei anni, il governo israeliano - sottolinea il
Patriarcato - ha continuato a ridurre il bilancio destinato a
queste scuole, un drastico restringimento pari al 45% dei
contributi percepiti in passato" evidenziando che le scuole in
questione sono al centro di "una crisi senza precedenti".
Nel mese di settembre 2015, l'Ufficio delle Scuole Cristiane
in Israele aveva organizzato "un clamoroso sciopero conclusosi,
dopo 27 giorni di mobilitazione, con un accordo con il
Ministero, secondo cui le scuole cristiane avrebbero ricevuto 50
milioni di shekel dal 31 marzo 2016 per compensare le
restrizioni di bilancio imposte negli anni precedenti. Ad oggi -
conclude la nota -, il ministero della Pubblica Istruzione non
ha onorato i suoi impegni". (ANSAmed).
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