Rubriche

Da Parigi Gentiloni a Israele, non imponiamo pace dall'esterno

Ma a conferenza inrtenazionale rilancia soluzione a due Stati

Il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault (sinistra) con il suo omologo italiano Paolo Gentiloni a Parigi

Redazione Ansa

PARIGI - Bisogna "rassicurare Israele che qui nessuno sta mettendo in piedi un meccanismo per imporre dall'esterno la pace alle due parti: la pace va fatta tra Palestina e Israele, oggi c'è uno stallo, a questo stallo cerchiamo di porre rimedio con un impegno della comunità internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a margine della conferenza di Parigi per il rilancio della pace in Medio Oriente, commentando le critiche del governo israeliano all'iniziativa parigina.

Parlando ai cronisti, il capo della diplomazia italiana ha anche ricordato che israeliani e palestinesi continuano ad avere contatti regolari su diversi aspetti come sicurezza e gestione dell'intelligence.

"Quello che purtroppo è stato interrotto è il negoziato per la soluzione politica, Che riprenda questo negoziato è ovviamente l'aspirazione dell'iniziativa che nasce oggi".

Entro fine anno?, chiede qualcuno. "Vedremo", risponde il ministro secondo cui, intanto, a Parigi è stato lanciato un primo "messaggio forte". Soprattutto, ha concluso, bisogna evitare che si "consolidi, incluso nelle opinioni pubbliche israeliane e palestinesi, l'idea che da per persa la partita di una soluzione a due Stati". "Se questo sentimento si consolida - conclude il ministro - penso che andiamo verso tempi veramente difficili".

Per Israele invece a Conferenza di Parigi ''allontana la pace'' fra israeliani e palestinesi. ''Si tratta di una occasione perduta - afferma il ministero degli Esteri in una nota -. Invece che insistere con il presidente palestinese Abu Mazen affinché riprenda trattative dirette senza precondizioni - si legge in un comunicato - la comunità internazionale gli ha permesso di continuare a sfuggire. Nella Storia questa conferenza sarà ricordata per aver contribuito ad irrigidire le posizioni palestinesi''.

Nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese quella a due Stati è "l'unica soluzione possibile", aveva detto in apertua Gentiloni. "Consideriamo importante l'impegno con cui in questa iniziativa viene rilanciata la soluzione dei due Stati, l'unica che può consentire a Israele e Palestina di vivere insieme in pace e nel riconoscimento reciproco. Sappiamo tutti che l'attuale situazione è di stallo e di difficoltà in questo processo di pace".

Negli ultimi vent'anni, ha osservato ancora il titolare della Farnesina, "i processi sono stati lenti e negli ultimi anni la situazione sul terreno si è aggravata. Il rischio addirittura è che la questione israelo-palestinese diventi secondaria tra le crisi internazionali viste" le tante altre emergenze. "Quindi - ha insistito il capo della diplomazia italiana - qui da Parigi, credo sia anzitutto importante che l'insieme della comunità internazionale rilanci la soluzione dei due Stati come unica possibile". "Naturalmente - ha concluso - non ci nascondiamo le difficoltà, ci sono posizioni diverse, se si vuole arrivare a una conferenza di pace bisognerà fare dei passi avanti concreti nei prossimi mesi. Non saranno passi semplici da portare avanti". 

A Parigi c'erano i rappresentanti di 26 Stati. Oltre ai padroni di casa francesi e al ministro degli Esteri italiano, Germania, Stati Uniti, Sudafrica, Arabia Saudita, Canada, Cina, Egitto,Regno Unito, Spagna,Irlanda, Indonesia, Giappone, Giordania, Lussemburgo, Marocco, Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica ceca, Russia, Senegal, Svezia, Svizzera, Turchia. Oltre che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, vi era poi l'alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, e il segretario generale della Lega araba, Nabil el Araby. L'ambizione è poter organizzare una seconda conferenza entro fine anno anche con israeliani e palestinesi. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it