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Libia: ambasciatore a Roma, da noi 1000 foreign fighter Isis

Gen.Haftar si allinei. Kobler, forze libiche siano unite contro Isis

L'ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar

Redazione Ansa

ROMA - Lo Stato islamico, "il Daesh, è un network che opera su base regionale, per cui è impossibile dire quanti militati abbia attualmente sul suolo libico. Ma per ciò che riguarda una stima sui foreign fighter e ben più possibile fare una stima che si avvicini alla realtà". Lo ha detto oggi l'ambasciatore libico a Roma, Ahmed Safar, aggiungendo che "si parla di 4-5.000 unità, ma dubito che siano così tanti. Credo che siano meno di mille". Quanto al generale Khalifa Haftar, che come il Parlamento di Tobruk non riconosce il governo di unità nazionale guidato dal premier designato libico Fayez al Sarraj, quest'ultimo sta facendo i migliori sforzi per portare tutte le forze assieme e far si che possa essere "ricreato l'esercito" e messo in condizioni di lavorare, ha detto ancora il diplomatico.

In questo quadro, ha aggiunto, è importante indicare il generale, il comandante delle forze armate di Tobruk, che "ha svolto un ruolo in molti modi e nessuno gli nega la possibiltà di continuare a farlo", e gli sono state date "molte opzioni" in tal senso, ma deve essere "un ruolo costruttivo nella ricostruzione dell'esercito, e allo stesso tempo costruttivo e allineato con la visione politica per la Libia". In tema di migranti, e per contrastarne il flusso, "sono necessari la condivisione di informazioni - ha detto Safar - , un approccio unificato tra Paesi europei, forze navali europee e anche in Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, e poi a sud, con il Sudan, Ciad, Nigeria. Senza ci saranno sempre problemi".

Allo stesso tempo, Safar ha sottolineato che le frontiere meridionali della Libia sono estremamente porose e tenerle ora adeguatamente sotto controllo è una "missione impossibile".

Iniziative come il Migration Compact lanciate dal governo italiano, ha proseguito - sono "qualcosa di molto importante a cui fare riferimento", ha detto ancora, sottolineando che "è importante in questo momento passare all'azione".

Infine, tutti vogliono vedere uno sviluppo significativo delle capacità della Guardia Costiera libica, e anche la Libia lo vuole" - ha detto - ma il problema consiste nell'inquadrare e risolvere "gli elementi tecnici e le formule per dare sostegno alle istituzioni, specie nel momento dell'aumento dell'immigrazione illegale". "Le capacità della Libia nel settore della sicurezza alle frontiere e della pattugliamento delle coste hanno chiaramente bisogno di sostegno", ha aggiunto, e i Paesi europei e l'Italia hanno identificato la questione come una priorità su cui fornire assistenza.

La Guardia Costiera "sarà inoltre al centro di diversi incontri bilaterali su numerosi progetti di cooperazione, e in questo settore un'altra questione importante è la condivisione di informazioni di intelligence" con diversi Paesi confinanti con la Libia, per aumentare l'efficacia dei pattugliamenti.

(ANSAmed).

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