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Primo World Humanitarian Summit, si apre lunedì a Istanbul

Con governi e organizzazioni, anche Ordine Malta

Turkey Humanitarian Summit

Redazione Ansa

ROMA - Ogni anno oltre 218 milioni di persone sono colpite da calamità. L'80% delle vittime delle crisi umanitarie lo sono a causa di un conflitto di lungo periodo. Negli ultimi anni si è registrata un'escalation impressionante negli spostamenti forzati. Ad oggi vi sono 60 milioni di sfollati nel mondo, di cui 40 milioni sfollati interni e 20 milioni rifugiati.

In questo scenario allarmante, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban-Ki-moon, ha convocato il primo World Humanitarian Summit che si terrà a Istanbul il 23 e 24 maggio. Si prevede l'arrivo di seimila persone in rappresentanza di governi, agenzie per gli aiuti umanitari, comunità colpite, società civile ed il settore privato. Il Summit verterà in particolare su cinque tematiche fondamentali: ridurre e prevenire i conflitti, garantire il rispetto del diritto umanitario, assicurarsi che sempre meno persone vengano "lasciare indietro", ridurre i rischi e aumentare i finanziamenti.

Nel corso del Summit, la delegazione del Sovrano Ordine di Malta - guidata dal Gran Cancelliere Albrecht Boeselager, il suo Consigliere Diplomatico Stefano Ronca e dall'Ambasciatore presso le Nazioni Unite a Ginevra Marie-Thérèse Pictet-Althann - parteciperà ad una Sessione Speciale sull'impegno religioso, mettendo l'accento sul ruolo degli enti religiosi e delle organizzazione di ispirazione religiosa in contesti umanitari.

"Negli scenari di crisi, i leader religiosi e le organizzazioni religiose sono spesso i primi fidati soccorritori e i partner delle comunità colpite nel lungo periodo. Il Summit è l'opportunità ideale per i rappresentanti di tutte le diverse comunità religiose di riunirsi e dichiarare il proprio impegno nell'assicurare assistenza umanitaria e protezione", spiega Albrecht Boeselager in una nota. "Altra nostra priorità è riaffermare i principi delle leggi umanitarie internazionali, spesso ignorate dalle parti in causa, non solo dai gruppi ribelli e dagli attori non statuali, come ci ricordano i recenti attacchi contro ospedali, scuole e personale medico". (ANSAmed)

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