(ANSAmed) - IL CAIRO, 29 APR - Uno dei due vicepresidenti del
parlamento egiziano, Soliman Wahdan, ha evocato in tv l'ipotesi
che Giulio Regeni fosse una spia, sottolineando che questo suo
"punto di vista", se confermato, potrebbe costituire una
"pietra" d'inciampo che ostacolerebbe le relazioni fra Italia ed
Egitto. L'alta carica egiziana ha specificato di non parlare
sulla base di documenti.
"Parlando di questo caso bisogna considerare due punti", ha
premesso Wahdan in un'intervista all'emittente privata "Ten Tv".
"Si tratta di un cittadino italiano ucciso sul territorio
egiziano e l'assalitore sarà giudicato perché siamo uno Stato
che applica la legge. Ma per quanto concerne il secondo punto -
ha aggiunto il vicepresidente dell'assemblea parlamentare del
Cairo - quando si parla di un accademico italiano che spiava in
Egitto dopo essere stato accolto calorosamente dall'Egitto,
allora questo è un grandissimo problema in quanto il popolo
egiziano non lo dimenticherà mai e sarà una pietra che
ostacolerà le relazioni tra l'Egitto e l'Italia nonostante le
buone relazioni su tutti i piani, economici e politici". Nel
video dell'intervista rilanciata in video dal sito Tahrirnews,
Wahdan dice ancora: "E' un punto di vista, non parlo di
documenti".
Voci incontrollabili su una presunta attività di intelligence
attribuita a Regeni sono state ripetutamente smentite fra gli
altri dal ministro dell'Interno egiziano, Magdy Abdel Ghaffar,
già meno di una settimana dopo il ritrovamento del corpo del
ricercatore avvenuta il 3 febbraio, ma hanno continuato a
riaffiorare sui media. (ANSAmed).
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Regeni: vicepresidente parlamento evoca ipotesi spionaggio
Alta carica egiziana in tv, sarebbe ostacolo in relazioni