(di Stefano Rottigni).
(ANSAmed) - MILANO, 29 APR - "Confine altamente sensibile"
rimane il Brennero, anche se il ministro dell'Interno austriaco,
Wolfgang Sobotka, da Postdam, getta acqua sul fuoco e assicura:
"Noi prepareremo degli impianti alle frontiere ma niente
barriere finché non necessario".
E il suo omologo italiano, Angelino Alfano, spiega che
"stiamo lavorando con impegno per controllare gli itinerari
italiani affinché non vi sia né il motivo, né la scusa, né il
pretesto per costruire quel muro". L'Italia, sottolinea il
titolare del Viminale, "non è un Paese che si spaventa per un
gabbiotto", e "noi abbiamo detto no ad ogni forma di controllo
della polizia austriaca nel territorio italiano. Abbiamo anche
ribadito che queste opere preparatorie per una futura barriera
nel caso in cui ci fosse un flusso enorme di migranti saranno
una spesa inutile, uno spreco per loro perché non si verificherà
il presupposto".
Parole in linea con quanto spiegato dal ministro tedesco
Thomas de Maiziere, secondo il quale l'Italia è "ben lontana"
dall'essere sopraffatta dai migranti", e se la Grecia, con 20
milioni di abitanti, ne ha accettati 60 mila, il nostro Paese,
con 60 milioni di abitanti, potrebbe calcolare che il momento di
chiedere aiuto potrebbe essere "a 350 mila", ma "siamo ben
lontani da ciò", ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, conferma che "non
é che ci siano masse di profughi in Alto Adige che premono sulle
frontiere del Brennero. Quindi il messaggio che abbiamo mandato
da giorni ormai all'Austria é che non si può prendere una
decisione di questo genere, soprattutto in un confine così
carico di storia, di simboli".
La preoccupazione, però, non è solo simbolica se Claudio
Donati, segretario generale di T.I. Assotir osserva: "Il
Brennero si può definire l'autostrada dell'import-export:
rallentare il transito delle merci ci riporterebbe indietro di
decenni con ripercussioni su tutto il sistema economico
italiano. Il trasporto su strada rappresenta l'85% dello
spostamento di merci. L'autotrasporto si rivela così un anello
della produzione e dei consumi imprescindibile, formando un
binomio inscindibile con il marchio del made in Italy".
E ancora maggior preoccupazione, ma sul piano umanitario, è
espressa dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e
presidente della Conferenza episcopale italiana: "Non è con i
muri o la chiusura delle frontiere che si affrontano problemi di
carattere umanitario, ma su altri piani e con altri modi".
"Questa situazione di migrazione universale - ha ammonito -
deve essere più seriamente affrontata a livello internazionale,
ossia dall'Onu, e non soltanto dell'Europa o dall'Italia che lo
sta facendo come meglio può". "Non mi pare - ha concluso - che,
sotto questo profilo, ci sia ancora un intervento deciso, chiaro
e propositivo". (ANSAmed).
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Brennero: Sobotka, niente barriere finché non necessario
Alfano, gabbiotto non ci spaventa, no controlli austriaci da noi