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Siria: il mondo promette 10 mld in aiuti ma la guerra continua

Accuse a Russia per offensiva. Mosca, Ankara pronta a invasione

Dopo la conferenza stampa dei donatori per la Siria a Londra

Redazione Ansa

(ANSA) - LONDRA - Il mondo promette 10 miliardi di dollari per la Siria devastata da 5 anni di guerra, in soccorso di milioni di profughi e sfollati. Ma sul terreno - dove si contano 250.000 morti - il conflitto continua con i suoi orrori, fra interessi e recriminazioni contrapposte.

La quarta conferenza dei donatori si conclude a Londra - almeno negli annunci - con uno slancio di generosità, secondo quanto sollecitato ai 60 Paesi presenti da ong quali Oxfam, Amnesty o Malala Foundation. In totale vengono offerti oltre 10 miliardi di dollari contro i 9 previsti: il doppio di quanto stanziato un anno fa - ma solo in parte versato davvero - in Kuwait. Un impegno che non cancella però lo stallo dei colloqui di pace, avviati l 3 febbraio a Ginevra e subito rinviati al 25 dall'emissario dell'Onu, Staffan De Mistura, a causa dei dissidi fra Damasco e i rappresentanti di parte dell'opposizione siriana e delle milizie ribelli, tra accuse e controaccuse che coinvolgono i rispettivi 'padrini' (Russia e Iran da una parte; Arabia Saudita, Turchia e Qatar, accanto a Usa e Paesi occidentali, dall'altra). Mentre le forze di Bashar al-Assad sono all'offensiva e avanzano verso Aleppo grazie al decisivo appoggio aereo di Mosca. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, chiede lo stop ai raid di Mig e Sukhoi, ma non interrompe il dialogo con Serghiei Lavrov alla ricerca di un accordo per una qualche gestione congiunta di aiuti e magari "corridoi umanitari". Mentre il ministro italiano Paolo Gentiloni ha invitato Mosca a essere "più costruttiva", rivolgendo un messaggio analogo a "tutte le parti" in campo. Dall'altro ci sono i sauditi, ma pure i ministri degli Esteri di Francia e Gran Bretagna, contro l'offensiva di Damasco con il supporto russo.

Ma lo scontro vero resta fra Mosca e Ankara: con la Turchia che accusa la Russia d'aver costretto alla fuga altri 70.000 "civili siriani". E il Cremlino che replica svelando manovre turche al confine e rinfacciando ad Ankara di voler pianificare "un'invasione", e regolare i conti con quelle formazioni curde che hanno fatto da bastione contro l'Isis, ma sono rimasti esclusi dai colloqui di Ginevra. (ANSA).

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