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Catalogna rilancia secessione in vuoto politico Madrid

Via a preparazione tre leggi pilastro 'disconnessione' da Spagna

Redazione Ansa

(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - MADRID,4 FEB - Il presidente secessionista catalano Carles Puigdemont, approfittando dell'attuale vuoto politico a Madrid, ha rilanciato la sfida dell'indipendenza dando il via alla preparazione delle tre 'leggi pilastro' che devono fare scattare la "disconnessione" dalla Spagna.

Le due formazioni indipendentiste - Junts Pel Si e la Cup - che lo appoggiano e che hanno la maggioranza assoluta nell'assemblea catalana hanno proposto formalmente l'avvio della stesura delle tre normative alla presidenza del Parlamento di Barcellona.

La prima punta a creare un quadro giuridico per la transizione dal diritto spagnolo a quello della futura Repubblica Catalana, la seconda istituirà una Agenzia tributaria della Catalogna, la terza una Sicurezza sociale indipendente da quella di Madrid.

Il nuovo presidente catalano, subentrato il mese scorso al compagno di partito Artur Mas, ha confermato l'obiettivo del suo predecessore di arrivare alla secessione in 18 mesi, ma con toni più morbidi, non escludendo un possibile allungamento dei tempi.

Puigdemont non prevede per ora una dichiarazione unilaterale di indipendenza, auspicando un negoziato con la Spagna, finora però durissima con il premier uscente Mariano Rajoy nel rifiuto della secessione catalana.

Il caos politico attuale a Madrid favorisce le mosse degli indipendentisti. "Puigdemont approfitta del vuoto di potere per varare le leggi della secessione" avverte El Pais. Le politiche spagnole del 20 dicembre hanno eletto un Congresso dei deputati frammentato e senza maggioranze, e reso quasi ingovernabile il paese. Il governo uscente di Rajoy sbriga gli affari correnti.

La formazione di uno nuovo è un rebus.

Dopo il rifiuto di Rajoy - rimasto senza maggioranza e senza alleati - re Felipe VI ha affidato al secondo arrivato, il socialista Pedro Sanchez, l'incarico di fare il primo tentativo, entro un mese. Se fallirà, fra i veti incrociati, il paese tornerà probabilmente alle urne per giugno, prolungando l'attuale vuoto di potere.

Sanchez ha reagito alla mossa dei secessionisti dichiarandosi "profondamente preoccupato". Ma il giovane leader socialista è molto più debole di Rajoy, fino alle politiche, nei confronti dei secessionisti. Spera di ottenere l'appoggio di Podemos nella formazione del suo governo del "cambiamento". E il partito post-indignato esige che si riconosca il diritto dei catalani e dei baschi alla autodeterminazione. Sanchez ha anche bisogno almeno della astensione degli indipendentisti catalani per superare la fiducia. I 'baroni' del Psoe gli hanno imposto una 'linea rossa', quella della intangibilità dell'unità territoriale del paese.

Ma per arrivare a Palazzo della Moncloa, se riuscirà ad arrivarci, il candidato premier socialista dovrà mostrare doti di ingegneria politica e capacità di compromesso notevoli. E non potrà non cercare di sbloccare il rebus della Catalogna, finora trasformato da Rajoy e Mas in una guerra di trincee.(ANSAmed).

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