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Grecia, salviamo coesistenza culture e religioni in MO

Viceministro Esteri, 18-20 ad Atene leader politici e religiosi

Il vice ministro degli esteri greco Yannis Amanatidis

Redazione Ansa

(dall'inviato Patrizio Nissirio) - ATENE - Un grande convegno internazionale per "salvare il puzzle culturale e religioso del Medio Oriente", con un occhio alla questione dei profughi, il cui esodo è originato dalle crisi di quella regione: il ministero degli Esteri greco, di nuovo sotto la guida di Nikos Kotzias, chiama ad Atene dal 18 al 20 ottobre leader politici, religiosi di ogni confessione e esponenti della cultura dal vicino oriente e dall'Europa per impedire che quel mosaico vada in pezzi, e le conseguenze travolgano anche l'Europa. La conferenza si intitolerà "Religious and Cultural Pluralism and Peaceful Coexistence in the Middle East", e già 65 personalità hanno confermato la loro presenza.

"L'idea del ministro Kotzias risale ad oltre un anno fa - spiega all'ANSA il viceministro degli Esteri ellenico Yannis Amanatidis - già all'epoca prevedemmo le conseguenze negative di quelle crisi, per quel che riguarda l'esodo dei profughi. Noi volevamo contrastare quella crisi e quelle conseguenze. Perché in Grecia? Perché noi siamo da sempre la culla della civiltà e il crocevia delle culture. Arrivare alla tolleranza politica, culturale e religiosa in Medio Oriente significa arrestare il flusso dei profughi. Ma la coesistenza pacifica nella regione è possibile solo con apertura e dialogo. E avere leader politici religiosi che promuovano questa idea nei loro paesi serve proprio ad arrivare a quel risultati", sottolinea.

Un invito alla tolleranza, quello che viene da Atene, che si rivolge sia al Medio Oriente, dove le minoranze religiose rischiano più che mai, che all'Europa, dove l'arrivo di centinaia di migliaia di profughi ha già provocato in molti paesi intolleranza e chiusura, invece che accoglienza e inclusione. "Si tratta di un grande tema con molti aspetti - dice Amanatidis - I partecipanti, politici e religiosi, ognuno nel suo campo, illustrerà il proprio lato della questione. Noi ci aspettiamo che il risultato del convegno e le conclusioni siano apprezzati ed applicati dalla comunità internazionale, sia in Europa sia in Medio Oriente. Nostro obiettivo è la creazione di un osservatorio e di un meccanismo che possano informare l'opinione pubblica internazionale. L'Europa si trova di fronte a un dilemma esistenziale: come vengono trattati i profughi può determinare un'Europa di solidarietà e tolleranza o di un'Europa di xenofobia e dell'esclusione. E' importante, in particolare, che i paesi del Sud Europa lo rimarchino, e ci aspettiamo l'adesione di paesi come Italia, Francia e degli altri paesi del sud. Ma non si tratta di affrontare solo la questione dei profughi, ma anche la protezione di una civiltà culturale, di comunità antiche, che esistono in quella zona da migliaia di anni e che ora rischiano di estinguersi. Il Medio oriente è da sempre un puzzle di culture e la conservazione di questa coesistenza potrà far sì che il Medio Oriente proietti un'immagine positiva nel mondo". 

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