(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 31 LUG - L'Europa sembra cominciare a
recepire il grido d'allarme della Tunisia, che - dopo essere
stata colpita duramente dai sanguinosi attentati integralisti di
Tunisi e Sousse - chiede disperatamente di essere aiutata non
più con sole dichiarazioni o enunciazioni di principi generali
di vicinanza, ma con atti finalmente concreti nella lotta al
terrorismo islamico armato.
Dalla Germania sono giunti i primi fatti concreti che
sembrano volere lanciare un messaggio agli altri Paesi europei
che, per la loro posizione geografica e gli effetti dei fenomeni
di migrazione (clandestina o meno), sono maggiormente esposti al
pericolo jihadista. Nel corso della sua recente visita a Tunisi,
il ministro della Difesa di Berlino, Ursula von der Leyen, ha
accordato in dono alla Tunisia aiuti militari per l'ammontare di
un milione e 200 mila euro. Una goccia nel mare delle necessità
dell'apparato di difesa e sicurezza tunisino, ma comunque
qualcosa di finalmente tangibile grazie al quale cominciare a
pensare in termini concreti alla lotta ad un terrorismo islamico
sempre più sfacciato, ma soprattutto sempre più pronto a
sfruttare le evidenti falle nel sistema di protezione interna
della Tunisia. E che gli aiuti tedeschi possano finire nel
dispositivo della sicurezza anti-terrorismo è confermato dalla
presenza tra gli armamenti anche di 700 visori notturni e di
cinque camion, adatti ad ogni terreno e quindi anche alle
regioni desertiche che separano Libia e Tunisia.
Ma la parte politicamente più importante della visita e degli
impegni assunti dalla signora von der Leyen riguarda la
disponibilità a studiare con le autorità di Tunisi la situazione
della sicurezza lungo la frontiera con la Libia (600 chilometri
circa) e quindi gli accorgimenti e le misure per metterla in
sicurezza. "Studiare i mezzi per aiutare la Tunisia", come da
impegno del ministro tedesco, significa poco o nulla se non
seguiranno comportamenti conseguenziali. Ma in ogni caso queste
parole dimostrano una nuova attenzione dell'Europa alle
dinamiche della sicurezza di un Paese che, se dovesse subire il
contagio della sindrome libica, per evidenti motivi geografici
potrebbe essere potenzialmente molto più pericoloso dell'ex
regno del colonnello Gheddafi. Per ora arriveranno gli armamenti
tedeschi (anche se l'Italia, in questo campo, ha fatto
tantissimo, quando ancora non si parlava di Isis), poi la
collaborazione, In questo scenario si segnalano alcune evidenti
'latitanze' da parte di altri importanti Paesi della sponda sud
dell'Europa. Ma alla Tunisia - non certo nella condizione di
mostrarsi schizzinosa - un aiuto, da qualsiasi parte giunga, è
sempre il benvenuto.(ANSAmed).
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Tunisia: mano tesa Germania, armamenti per sicurezza
In arrivo attrezzature, ma anche offerta collaborazione