(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - GERUSALEMME, 30 GIU - Il possibile accordo sul
nucleare di Teheran divide Italia e Israele. Paesi che invece su
molte tematiche hanno ''legami eccellenti, basati su valori e
punti di vista comuni''. Il ministro degli Esteri Paolo
Gentiloni e Benyamin Netanyahu non hanno nascosto - durante il
loro incontro di stamane a Gerusalemme - diversita' di vedute
sul profilarsi di un accordo tra il gruppo del 5+1 e il regime
degli ayatollah, considerato dal premier israeliano ''sbagliato
e pericoloso''.
''L'Iran e' il maggiore fomentatore di terrorismo nel
mondo'', ha sottolineato Netanyahu aggiungendo che come ''non
sarebbe immaginabile'' consentire all'Isis di dotarsi di armi
nucleari, cosi' questo deve essere impedito anche alla
repubblica islamica dell'Iran. ''L'accordo - ha sottolineato
Netanyahu - e' sbagliato e rappresenta un pericolo per Israele,
per l'Italia, per la Ue, per gli Usa e per il mondo''. ''Noi -
ha confermato Gentiloni incontrando poi i giornalisti italiani -
abbiamo una opinione diversa perche' riteniamo che l'intesa che
si sta cercando di fare blocchi la possibilita' di un uso
militare delle risorse nucleari''. Non solo - ha aggiunto il
capo della diplomazia italiana - ma ''essendo un accordo
positivo contribuisce anche a smorzare la tensione nella
regione. Tutto ovviamente - ha ribadito - dipende dalla qualita'
dell'intesa''. Se sull'Iran resta dunque il dissenso, diverso
invece il discorso sulla questione israelo-palestinese.
Gentiloni - che ieri ha visto anche il premier Rami Hamdallah e
il presidente Abu Mazen - ha detto di credere che l'Italia e
l'Europa ''possano dare un contributo al dialogo. Non si tratta
di mettere sul tavolo soluzioni preconfezionate ma, proprio in
controtendenza con la grande instabilita' nella regione, di
incoraggiare al dialogo le parti insieme agli Usa e ad alcuni
paesi arabi (Giordania, Egitto e Arabia Saudita)''. ''Per quanto
possa apparire paradossale la mia impressione e' che da entrambe
le parti - ha osservato - ci sia uno spiraglio per il negoziato
e un gradimento per cio' che i paesi Ue possono dare''. La
ripresa del negoziato dopo l'estate deve ''essere sostenuta da
una volonta' politica che non puo' che avere come orizzonte
quello dei 2 stati con la sicurezza per Israele e uno stato
per i palestinesi''. Un possibile fallimento di questa
strategia, per Gentiloni sarebbe deleterio. ''Sia da parte
palestinese sia israeliana si percepisce il rischio che ad un
certo punto lo storico conflitto che nasce per ragioni legate
alla terra e alla nazione, sia iscritto nel piu' largo conflitto
di natura religiosa. E che la causa palestinese possa infine
essere imbracciata, non solo come propaganda ma anche come
sostanza da forze ancora piu' legate al fondamentalismo''.
Infine - come ha ripetuto anche alla comunita' ebraica di
origine italiana - Gentiloni ha riaffermato con forza che
l'Italia ''rigetta ogni tentativo di delegittimare Israele
nell'arena internazionale''.
E per quanto riguarda l'etichettatura dei prodotti delle
colonie ebraiche in Cisgiordania in arrivo da parte dell'Ue, il
ministro ha spiegato che ''non e' una forma ne' un pezzo di una
campagna di boicottaggio nei confronti di Israele''. ''Il
servizio esterno della Ue attraverso una 'nota informativa' - ha
concluso - avvisera' gli stati membri chiarendo che le
caratteristiche dell'iniziativa e le modalita' tecniche di
applicazione''. (ANSAmed).
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Gentiloni, d'accordo con Israele ma non su Iran
Ministro, da Italia e Ue ruolo per rilancio negoziati pace Mo