(di Nina Fabrizio)
(ANSAmed) - ROMA, 21 APR - Canali umanitari dal Marocco e dal
Libano da gestire attraverso "humanitarian desk", punti di
accoglienza umanitaria, per evitare altri "viaggi della morte"
come quello tragico nel Canale di Sicilia avvenuto nella notte
tra sabato e domenica. E' la proposta messa in campo dalla
Comunità di Sant'Egidio per contrastare alla base il traffico di
esseri umani dalle coste del Nordafrica e illustrata questa
mattina nell'ambito della presentazione del primo "summit
intercristiano" dal titolo "Cristiani in Medio Oriente: quale
futuro?", che si terrà a Bari il 29 e il 30 aprile per
affrontare il dramma delle minoranze religiose perseguitate nel
Medio Oriente.
Sant'Egidio è pronta a gestire assieme alla Federazione delle
chiese evangeliche, in maniera autofinanziata, degli
"humanitarian desk" da dislocare in Marocco ed anche in Libano,
paesi limitrofi alla Libia, dove si concentra il grosso del
traffico illecito di migranti ma che vivono a differenza del
Paese libico, una condizione di stabilità che consente di
gestire le richieste di asilo attraverso il collegamento con i
consolati europei. Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio,
ha spiegato che gli "humanitarian desk" potrebbero essere aperti
come sperimentazione e in deroga all'Accordo di Schengen (come
previsto dall'art. 78 del Trattato di Lisbona) come misura in
grado di fornire una via di transito sicura e protetta ai
profughi verso l'Europa. "La protezione sussidiaria - ha
sottolineato - si dà a quelle persone che fuggono da guerre,
questo già esiste, noi chiediamo di poterlo mettere in pratica e
del resto le gravi crisi di questi giorni giustificano il
ricorso a tale deroga". "Ce ne faremmo carico interamente noi -
ha detto inoltre Impagliazzo sul carattere autofinanziato della
proposta - tramite i proventi dell'8xmille alle Chiese
evangeliche e i contributi volontari raccolti dalla nostra
Comunità". Per Sant'Egidio che ha inoltre fatto sapere di aver
attivato "contatti" con la fazioni in lotta in Libia come
iniziativa diplomatica e di aver avuto assicurazioni sul fatto
che sarà il governo di Tripoli a farsi carico della sepoltura
dei migranti morti nel naufragio di sabato notte nel Canale di
Sicilia, la proposta va comunque ad affiancarsi a un appello
forte alla comunità internazionale perché "al di là del lavoro
degli inviati, che va sostenuto" si abbia l'obiettivo reale di
una pacificazione dell'area attraverso una soluzione politica.
"Gli sbarchi - è stato sottolineato - sono ormai provocati al
95% dall'instabilità libica. Su 133 eventi di sbarco
verificatisi nei primi mesi del 2015, 105 sono avvenuti dalla
Libia coinvolgendo 14 mila persone". "Venire in Europa come
rifugiati - ha detto il fondatore della Comunità, Andrea
Riccardi, sugli "humanitarian desk" - non significhi più per i
profughi dall'Africa e dal Medio Oriente sottoporsi al 'giro
della morte' dei barconi allo sbando nel Mediterraneo". Barconi
contro cui, ha aggiunto Riccardi, è "opportuno" mettere in atto
azioni di sabotaggio come quella della distruzione degli scafi
mentre non ha senso, secondo il fondatore di Sant'Egidio, l'idea
del "blocco navale" avanzata dal leader della Lega, Matteo
Salvini: "Non so immaginarmi nemmeno che cosa sia". (ANSAmed).
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Naufragio: S.Egidio, visti umanitari contro barconi
Pronti gestire desk accoglienza autofinanziati in Marocco,Libano