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Naufragio: 'Blocco davanti Libia? Non fermerebbe migranti'

Analista italo-libico Mezran: 'Unica soluzione: riprendere contr

Redazione Ansa

(di Virginia Di Marco) (ANSAmed) ROMA, 20 APR - "Il blocco navale davanti alle coste libiche? E' come una medicina che attutisce il sintomo, ma non cura la malattia". A due giorni dall'ecatombe di migranti nel Canale di Sicilia, mentre ancora si contano i morti e da Rodi arriva la notizia di un altro tragico naufragio, l'analista italo-libico Karim Mezran, membro del think thank americano Atlantic Council, boccia l'ipotesi intorno alla quale in queste ore si sta coagulando il sostegno di diverse parti politiche: quella di istituire un blocco navale davanti alle coste libiche per impedire la partenza ai barconi della speranza. "Ma questa misura - ha dichiarato Mezran, parlando con ANSAmed a margine di un incontro presso l'Istituto affari internazionali (Iai) di Roma - non porta a nessuna soluzione del problema. Si tamponerebbe questo esodo per un po', ma il punto vero è il controllo del territorio libico. Fintanto che il territorio libico sarà una 'terra nullius', un luogo che non appartiene a nessuno, in cui chiunque possa passare, queste organizzazioni criminali continueranno a portare qui i migranti: incasseranno soldi e li terranno in autentici lager in attesa di poterli imbarcare. Del resto - aggiunge -, quanto potrà durare un embargo? Un anno? Chi gestisce questa tratta degli schiavi troverà il modo per farli passare da un'altra parte: la fantasia dei criminali non ha limiti. Forse passeranno dalla Tunisia, o semplicemente faranno una strada più lunga. E a quel punto avremo un nuovo problema".

L'unica alternativa efficace per intervenire in maniera non aleatoria è quella di "risolvere il problema libico: riprendere il controllo dei confini della Libia e riportare ordine nel Paese. Questo perlomeno impedirebbe l'arrivo facile e strumentalizzabile di questo gran numero di migranti. Certo - ha ammesso l'esperto - mi rendo conto che si tratta di una questione di proporzioni enormi. Ma - riprendendo la metafora - sarebbe come dire che se la cura per una malattia è molto lunga, allora tanto vale non iniziarla".

Parlando durante l'incontro Iai, Mezran ha poi sottolineato che il traffico di migranti è gestito da vere e proprie organizzazioni criminali. "La criminalità organizzata, che in Libia era assente, sta diventando potentissima. Controlla importanti porzioni di territorio ed è più potente persino delle stesse milizie che potrebbero attaccarla. Se non si considera questo, al puzzle manca un grande pezzo". (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it