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Bocciata legge elettorale, verso rinvio elezioni in Egitto

Paese senza Parlamento da 2012. Sisi, subito emendamenti

La Corte costituzionale egiziana

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA/IL CAIRO, 2 MAR - Senza Parlamento da circa due anni e mezzo, e ora rischiano di slittare le elezioni legislative egiziane fissate il 21 marzo prossimo. La Corte Costituzionale del Cairo ha infatti stabilito che la legge che traccia i confini delle circoscrizioni elettorali è incostituzionale e ha bocciato l'articolo 3 che legifera a riguardo. La decisione della Corte era molto attesa in Egitto dove dal 2012 non si tengono consultazioni elettorali per la nomina del Parlamento. A maggio del 2014 si sono svolte invece le presidenziali, vinte da Abdel Fattah al Sisi, e qualche mese prima (a inizio anno), un referendum per l'approvazione della nuova Costituzione.

L'elezione del Parlamento è il terzo passo del processo democratico indicato dal programma dei militari per l'Egitto dopo la deposizione e l'arresto dell'esponente dei Fratelli musulmani, Mohamed Morsi, il 3 luglio del 2013.

In giornata la commissione elettorale ha annunciato che elaborerà un nuovo calendario per le parlamentari, dopo l'adozione di emendamenti al testo della legge elettorale bocciato dalla suprema Corte. La commissione ha infatti confermato il rispetto delle sentenze della magistratura e l'impegno ad applicarle. Analogo impegno è contenuto in un comunicato diffuso dalla presidenza della Repubblica, nel quale si sottolinea che "tutte le istituzioni dello Stato rispettano le sentenze in applicazione del principio di sovranità della legge". Nel comunicato si ricorda che il presidente al Sisi ha dato direttive al governo perché gli emendamenti necessari vengano emanati entro massimo un mese di tempo, con l'obiettivo di tenere al più presto le legislative. Intanto il presidente al Sisi ha incontrato oggi a Riad il nuovo sovrano saudita Salman Abdul Aziz al Saud. Stando ad una fonte saudita all'Ap, i due leader hanno affrontato il tema della sicurezza nella regione e in particolare la proposta lanciata da al Sisi di una forza congiunta antiterrorismo che sappia far fronte alle minacce provenienti da alcuni Paesi come Yemen, Libia e Siria.

In una recente intervista ad al Arabiya, il presidente egiziano aveva affermato che tale forza non dovrebbe essere usata con scopi di attacco, ma per "difendere la sicurezza dei nostri Paesi". Nella stessa intervista il presidente egiziano aveva affermato che la Giordania sembrerebbe interessata alla creazione di tale forza, che potrebbe includere anche l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. (ANSA)

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