(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 27 FEB - La manifestazione di qualche
giorno fa indetta dall'opposizione algerina ha dimostrato la
compattezza degli avversari del presidente Bouteflika e come si
ritenga ormai irreversibile il processo per una revisione dei
meccanismi di ''potere'' nel Paese. Ma, allo stesso tempo, ha
alzato il livello del confronto, come confermato dalle migliaia
di poliziotti mobilitati per fermare il corteo che si dirigeva
verso la Grande Poste, ma anche dal bersaglio scelto dagli
oppositori che, se rispettano il ruolo istituzionale del
Presidente, reclamano a gran voce lo smantellamento del suo clan
familiare, ritenuto letteralmente abbarbicato al potere.
Nel gioco della democrazia, le accuse e le controaccuse fanno
parte della liturgia tra chi cerca di aggredire posizioni di
potere e chi, detenendole, si attrezza per restarvici. Ma in
Algeria il gioco sembra diverso perchè ad essere nel mirino
degli oppositori non è solo quel che oggi fa il clan familistico
di Bouteflika, quando il fatto che esso è la diretta conseguenza
di un sistema di potere che viene fatto risalire al 1962 e che
si è perpetrato negli anni, in una logioca gattopardesca, con
lievi correzioni mirate essenzialmente a non mutare nulla.
In questo scontro Bouteflika conferma l'immagine appannata
che ormai da mesi mostra al suo Paese. Il vecchio statista è
malato e vive una condizione di evidente difficoltà ad onorare
un incarico per sua stessa ammissione delicatissimo, come
quando, ricandidandosi alla presidenza, chiese al popolo di
credere ancora in lui come il solo che potesse traghettare
l'Algeria fuori dalla crisi. Una crisi che, oggi economica, è
stata nel recente passato essenzialmente politica e di
rappresentatività. L'opposizione sembra però essere intenzionata
a proseguire sul cammino che ha disegnato e che mira
innanzitutto a scardinare lo zoccolo duro del potere di
Bouteflika, quel gruppo di personaggi legati al presidente da
vincoli familiari e da vecchie militanze comuni, tradottesi in
incarichi e posti di comando.
Ma se prima della crisi la gente accettava questo stato di
cose come il minore dei mali, ora che i grandi progetti ed i
sogni di un intero Paese sono messi in crisi da una economia che
segna il passo, il circolo dei potenti sembra essere diventato
la causa di tutto e per questo ''deve'' essere smantellato.
La strada, suggerisce l'Ffs, uno dei partiti di opposizione,
passa per una fase costituente che sia inclusiva di tutte le
componenti della società e della politica e non invece
espressione della sola maggioranza. Una proposta che sa di
provocazione, ma che potrebbe aumentare consensi con il passare
dei mesi. (ANSAmed).
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Algeria: clan Bouteflika nel mirino opposizione
Accesissimi i toni dello scontro, dopo manifestazione Algeri