(Di Francesco Cerri)
(ANSAmed) - ANKARA, 4 FEB - A quattro mesi dalle politiche
turche che l'opposizione laica vede cruciale per fermare la
'deriva autoritaria' del potere islamico, lo scontro politico ad
Ankara si fa incandescente con la presa di controllo la notte
scorsa da parte di un fondo governativo della Banca Asya, il
'braccio finanziario' della confraternita Hizmet dell'imam
Fetullah Gulen.
Ex-alleato di Erdogan, Gulen è diventato per il presidente
turco il nemico pubblico numero uno dopo l'esplosione nel
dicembre 2013 della Tangentopoli del Bosforo, che ha fatto
tremare il regime. La presa di controllo della Banca Asya - la
decima del paese e la prima islamica, accusata di "violazione
delle norme sulla trasparenza" - da parte del Fondo di garanzia
Tmsf, per ordine dell'Autorità bancaria governativa Bddk, è
l'ultimo atto di una lotta di potere all'ultimo sangue fra i due
ex-associati nella conquista del potere. Erdogan ha proclamato
la
lotta contro lo 'stato parallelo' che Gulen avrebbe costruito
nel
paese l'obiettivo numero uno del suo governo. In un anno oltre
10mila funzionari di polizia e magistrati, fra cui tutti i
titolari delle inchieste sulla corruzione, sono stati dimessi.
La presa di controllo di Asya ha suscitato una tempesta.
"Queste cose succedono solo nei regimi dittatoriali" ha tuonato
il quotidiano Zaman, vicino a Gulen. Il metodo usato, con il
defenestramento nella notte del consiglio di amministrazione e
l'invio della polizia nella sede centrale, ha ulteriormente
acceso gli animi. Per l'opposizione socialdemocratica il
deputato Mahmut Tanal ha parlato di una "operazione politica, un
sequestro di fatto, che ignora la legge". Il nazionalista Mhp
Kemalettin Yilmaz ha avvertito che la manovra rischia di
"appiccare un incendio" a tutto il settore bancario. Dagli Usa,
dove risiede, Gulen ha detto che la Turchia di Erdogan scivola
verso il "totalitarismo": i suoi dirigenti "rivendicano di avere
un mandato assoluto perchè hanno vinto le elezioni. Ma la
vittoria non li autorizza a ignorare la costituzione o a
sopprimere il dissenso". L'opposizione intanto è scesa in
trincea per cercare di fermare il 'pacchetto sicurezza'
presentato dal partito islamico Akp di Erdogan al parlamento,
che dara' ancora più ampi poteri al ministro degli interni, a
governatori e polizia. Il leader dell'opposizione Kemal
Kilicdaroglu ha denunciato che riporterà il paese alle leggi
della dittatura militare del 1980, il nazionalista Devlet
Bahceli ha avvertito che il paese va verso uno 'stato di
polizia'. Il leader curdo Hdp Necmettin Demirtas ha lanciato un
appello a tutta l'opposizione perchè si unisca per "bloccare il
parlamento". La guerriglia parlamentare e' iniziata. Oggi e'
venuto a mancare tre volte il numero legale. Il voto cosi e'
stato rinviato di una settimana. Ma il partito islamico di
Erdogan ha comunque la maggioranza assoluta in parlamento. Il
'sultano' di Ankara spera di allargarla in giugno per imporre
una modifica presidenzialista della costituzione che assegni
praticamente poteri 'alla Putin' al capo dello stato.(ANSAmed).
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Turchia: Giro vite anti-Gulen, a Erdogan la banca dell'imam
opposizione in trincea contro 'stato di polizia'