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Parlamento Ue, riconoscimento Palestina su base confini 1967

2 Stati con Gerusalemme capitale. Onu lavora su bozza francese

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BRUXELLES/NEW YORK  - Il Parlamento di Strasburgo ha approvato a ampia maggioranza una risoluzione sottoscritta da quasi tutti i gruppi che sostiene "in linea di principio" il riconoscimento dello Stato della Palestina sulla base dei confini del 1967, appoggia la soluzione a due Stati con Gerusalemme capitale e esorta la ripresa dei colloqui di pace. La risoluzione è stata approvata con 498 sì, 88 no e 111 astensioni. Un grande applauso di una larga parte dell'Aula di Strasburgo ha accolto questo voto, secondo molti osservatori storico, a sostegno dello stato della Palestina. In particolare, la risoluzione è stata il frutto della convergenza dei testi presentanti da cinque gruppi, quello del Ppe, del S&D, della sinistra Unita (Gue), dei liberali e dei Verdi, appoggiata anche da alcuni esponenti 'grillini' come Massimo Castaldo e Ignazio Corrao.

Anche il Parlamento del Lussemburgo ha chiesto al suo governo il riconoscimento dello Stato palestinese. L'assemblea del Gran Ducato ha approvato una risoluzione in cui si chiede al governo di Xavier Bettel di procedere in questa direzione. Cosa analoga è già avvenuta in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda e Portogallo. Il riconoscimento dovrebbe avvenire in base alle frontiere stabilite nel 1967, così come ha chiesto il Parlamento europeo nella sua risoluzione approvata.

Intanto si lavora alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Palestina, che secondo la consuetudine potrebbe essere votata nelle 24 ore successive alla versione definitiva. Il testo sarebbe basato sulla bozza francese con alcune "osservazioni da parte dell'Anp" e afferma che "entro 24 mesi dall'adozione della risoluzione deve essere trovata una soluzione pacifica, giusta e duratura che soddisfi la visione di due Stati indipendenti. Nella bozza si afferma che tale soluzione negoziata dovrà essere basata su determinati parametri: i confini del 1967 con scambi di territorio concordati ed equivalenti, accordi sulla sicurezza che rispettino la sovranità di uno Stato non militarizzato della Palestina, anche attraverso un completo e graduale ritiro delle forze israeliane che porrà fine all'occupazione iniziata nel 1967 con un periodo di transizione concordato in tempi ragionevoli. Gerusalemme come capitale condivisa dei due Stati e un accordo sulla questione dei rifugiati e su altre questioni in sospeso, come quella dell'acqua. Si deve poi riconoscere che tale soluzione porrà fine a tutte le pretese di occupazione, dovrà portare ad un immediato riconoscimento reciproco e la Palestina sarà accolta a pieno titolo come membro delle Nazioni Unite. Inoltre, nel testo si esortano entrambe le parti ad impegnarsi seriamente e ad agire insieme per la pace, portando avanti negoziati in buona fede evitando atti provocatori. Si chiede un quadro negoziale che veda il forte coinvolgimento, a fianco dei partiti, delle principali parti interessate, per fornire sostegno politico concreto alle intese successive all'accordo. Infine, il segretario generale dovrà riferire ogni tre mesi sull'attuazione della risoluzione.

Decaduto invece il documento presentato dalla Giordania sul tavolo dei Quindici, e che prevedeva la fine dell'occupazione della Cisgiordania entro il novembre 2016.

Secondo fonti del Palazzo di Vetro, manca ancora il 'si'' degli Stati Uniti al documento, e per questo il voto potrebbe slittare per tentare ulteriori negoziati all'interno del Consiglio di Sicurezza.

"So che sono in corso intense discussioni tra i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla questione mediorientale, e accolgo con favore tali attività", ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, nel corso della conferenza di fine anno al Palazzo di Vetro. Tuttavia, Ban ha precisato che "il Consiglio puo' agire, ma l'ultima parola spetta ai leader delle due parti". "Ho personalmente incontrato i leader di Israele e Palestina, e ribadisco fortemente ancora una volta che le parti devono sedersi al tavolo delle trattative e trovare un accordo basato sulla soluzione dei due Stati", ha aggiunto Ban. (ANSAmed).

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