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Mo: Netanyahu a Kerry, no a tentativi palestinesi

Giordania e Francia in campo con risoluzioni all'Onu su Palestina

Il segretario di stato Usa John Kerry e il premier israeliano Benyamin Netanyahu ieri a Roma

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TEL AVIV - "Ho detto a Kerry che i tentativi dei palestinesi e di alcuni paesi europei di imporre condizioni a Israele avranno il solo effetto di deteriorare la situazione nella regione e rappresentano un pericolo per noi.

Per cui ci opporremo con vigore": così il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha riassunto l'incontro avuto ieri a Roma con il segretario di Stato americano John Kerry.

"Apprezzo molto - ha osservato Netanyahu secondo quanto reso noto dal suo Ufficio - gli sforzi del segretario di Stato volti ad impedire un deterioramento della situazione nella regione".

Il premier ha proseguito spiegando che nella riunione con Kerry si è discusso anche "di Iran, Siria, guerra allo Stato islamico e altri argomenti ancora. Ovviamente ci siamo dilungati sulla questione palestinese".

Sono due le bozze di risoluzione che potrebbero approdare nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell'Onu, col probabile risultato di fare salire ancora di più le tensioni non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche quelle tra Israele da una parte e gli alleati americani ed europei dall'altra. La prima risoluzione e' quella annunciata dall'Autorità nazionale palestinese: si appresta a presentarla la Giordania, e prevede la fine dell'occupazione della Cisgiordania entro il novembre 2016. La seconda e' quella a cui sta lavorando la Francia, e che potrebbe incontrare un largo consenso al Palazzo di Vetro: si pone come obiettivo la ripresa dei negoziati di pace e la stesura di un trattato entro due anni, limitandosi a indicare la presenza di colonie israeliane oltre i confini del 1967 come "un ostacolo alla pace".

Entrambe i testi sono avversati da Israele. E Benjamin Netanyahu lo ha ribadito con chiarezza al Kerry, al quale e' stato chiesto di optare per il veto Usa se in Consiglio di sicurezza si arriverà al voto. Un voto che alcuni stati europei vorrebbero entro Natale, o al massimo entro la fine dell'anno.

Il capo della diplomazia americana, dunque, si ritrova più che mai in queste ore tra due fuochi. E se la pace in Medio Oriente e' stata una delle priorità assolute della politica estera di Barack Obama, fin dall'inizio della sua presidenza, ora il rischio di un fallimento definitivo della mediazione americana appare dietro l'angolo. La nuova tornata di colloqui del segretario di stato americano e' costellata da mille ostacoli. E la stessa Casa Bianca - i cui rapporti col premier israeliano col passare dei mesi si sono fatti sempre piu' tesi -, e' conscia del fatto che si sia giunti oramai davanti ad uno scenario da ultima spiaggia. Kerry, che a Roma ha incontrato anche il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, è oggi a Londra dove vedrà i rappresentanti dell'Autorita' Palestinese.

(ANSAmed).

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