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Papa: in moschea ho pregato per pace, "Dio basta guerre"

"Tutti i leader islamici condannino chiaramente il terrorismo"

Il Papa in preghiera accanto all'imam nella Moschea Blu a Istanbul

Redazione Ansa

(dell'inviato Fausto Gasparroni) (ANSAmed) - ROMA - Quella nella Moschea Blu di Istanbul era "una vera preghiera", e "sincera", diretta in particolare al tema della pace. Lo ha rivelato papa Francesco nella conferenza stampa concessa ai giornalisti durante il volo di ritorno dalla Turchia. Il Papa ha riferito di aver chiesto a tutti i leader islamici che "condannino chiaramente il terrorismo", spiegando con forza che "quello non è l'Islam". Ed ha ribadito di voler andare in Iraq, ma che in questo momento lo sconsiglia il fatto di creare "seri problemi" alle autorità.

"E' stato un momento di preghiera, sincera", ha detto su quei due minuti dinanzi al "mihrab" nella Moschea Blu. "Ho pregato per la Turchia, per la pace, per il Muftì, per tutti, per me, che ne ho bisogno. Ho pregato davvero e ho pregato per la pace soprattutto: 'Signore, finiamola di guerre'". "Io sono andato in Turchia come pellegrino, non come turista - ha spiegato - e il motivo principale era per la festa di Sant'Andrea, per condividerla col patriarca Bartolomeo, quindi per un motivo religioso". "Poi quando sono andato in moschea - ha proseguito - non potevo dire no, il viaggio era religioso. Ho visto quella meraviglia. Il Muftì mi spiegava bene tante cose, anche con grande mitezza, col Corano dove si parlava di Maria, di Giovanni Battista. Allora ho sentito il bisogno di pregare. Lui mi ha detto, preghiamo un po'? E io ho detto sì".

"Ho detto al presidente Erdogan: sarebbe bello che tutti i leader islamici, i leader politici, religiosi, accademici, condannino chiaramente il terrorismo e dicano che quello non è Islam", ha raccontato papa Francesco ai giornalisti. "Abbiamo bisogno di una condanna mondiale, che gli islamici dicano chiaramente, noi non siamo quello, questo non è il Corano".

Rispondendo a una domanda sull'islamofobia di cui ha parlato Erdogan, Francesco osserva che "è vero che davanti a questi atti terroristici che ci sono in questa zona, ma anche in Africa, c'è una reazione: si dice, ma se questo è l'Islam mi arrabbio. E tanti islamici sono offesi, tanti tanti, dicono: noi non siamo questo, il Corano è un libro di pace, è un libro profetico di pace, questo non è l'Islam". "Io capisco questo. Credo - ha rimarcato - che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, come anche non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti".

Il Papa ha poi confermato di voler andare in Iraq. "Ho parlato col patriarca Sako, ho inviato il cardinale Filoni, e per il momento non è possibile. Non perché io non voglia. Se in questo momento andassi creerei un problema abbastanza serio alle autorità. Di sicurezza. Ma mi piacerebbe tanto". E' "una terza guerra mondiale a pezzi, a capitoli, dappertutto", ha ribadito il Pontefice, secondo cui "dietro questo ci sono inimicizie, problemi politici, problemi economici", collegati al fatto di "salvare questo sistema dove il Dio denaro è al centro, non la persona umana. E anche problemi commerciali: il traffico delle armi è terribile, è uno degli affari più forti in questo momento. Si moltiplicano i conflitti perché si danno le armi".

"L'anno scorso a settembre - ha ricordato - alla Siria si diceva che aveva le armi chimiche: io credo che la Siria non era in grado di fare le armi chimiche. Chi le ha vendute? Forse alcuni degli stessi che la accusavano di averle. Su questo affare delle armi c'è tanto mistero". Bergoglio si e' soffermato anche sul fatto che in Turchia voleva andare in un campo di rifugiati: "Ho fatto tutti i calcoli, ho fatto di tutto e ci voleva un giorno in più, ma non era possibile. Non era possibile per ragioni non solo personali".(ANSAmed).

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