(di Paola Del Vecchio)
(ANSAmed) - MADRID, 28 NOV - Addio alla cancellazione del
debito pubblico e all'uscita dall'euro: il partito degli
'indignados' Podemos, il movimento anti-casta indicato dai
sondaggi come possibile primo partito in Spagna, punta a
guadagnare consensi al centro e ad accreditarsi come forza
politica che guarda come modello alle moderne socialdemocrazie
del nord Europa.
E' quanto ha annunciato il leader Pablo Iglesias, nel
presentare la bozza di proposte economiche elaborate dagli
economisti Juan Torres e Vicenç Navarro e diffuso oggi nella
pagina web di Podemos. Sessanta pagine, che serviranno come base
di discussione con imprenditori e agenti sociali, per la
definizione del programma definitivo.
La cancellazione del debito pubblico, cresciuto in Spagna dal
37% del Pil del 2007 al 100% di quest'anno, non è più fra gli
obiettivi del partito, che opta per "una ristrutturazione
ordinata del debito o una riduzione concordata" con l'Europa.
La proposta di reddito minimo universale, avanzata per le
europee di maggio, che secondo stime di economisti sarebbe
costata 145 miliardi di euro l'anno alle casse dello Stato,
lascia il posto a un "salario vitale" indicato come "un aiuto
per tutte le persone che non percepiscono nessuna entrata,
contro la propria volontà". Il principio, ha spiegato Juan
Torres, è "garantire un reddito" alle fasce a rischio di povertà
sociale sul modello apppunto della tradizione socialdemocratica
del nord Europa.
Un altro dei realistici dietrofront avallati dagli
economisti rispetto alle proposte di Podemos a maggio, è sulla
misura di anticipare l'età pensionabile a 60 anni, che resta
invece ferma a 65 anni 'riformabili', rispetto ai 67 fissati dal
governo conservatore di Mariano Rajoy.
Fra le altre misure, la riduzione della giornata lavorativa a
35 ore settimanali; la reintroduzione dell'imposta sul
patrimonio; la creazione di una banca pubblica; una riforma
dell'Istituto di Credito ufficiale (Ico), perché possa ottenere
crediti dalla Banca centrale europea allo stesso modo di una
banca pubblica, e possa facilitare l'accesso al credito di
famiglie e Pmi; la separazione della banca di depositi da quella
commerciale, per ridurre i rischi per i risparmiatori; l'aumento
del salario e delle pensioni minime e della spesa pubblica per
educazione e sanità. Per compensare le maggiori uscite, il
partito degli 'indignados' prevede una riforma fiscale, con la
creazione di nuove figure impositive, con l'obiettivo della
"riduzione delle disuguaglianze sociali".
Su questa linea, l'economista Vicenç Navarro ha ricordato che,
dall'inizio della crisi, in Spagna sono stati tagliati 25
miliardi alle partite destinate a sanità e affari sociali, ma
anche che ogni anno vanno perduti 44 miliardi di euro in
evasione fiscale.
"Nello studio indichiamo le fonti di finanziamento delle
riforme - ha spiegato l'economista - La Spagna è ricca, ma lo
Stato non raccoglie tributi perché coloro che più hanno non
pagano tasse", ha aggiunto. Investire nel welfare per riattivare
i consumi e l'economia, finanziando la costruzione di asili al
posto delle linee di alta velocità. Da qui la difesa di un
"grande patto statale contro la povertà e l'emarginazione
sociale", per "garantire l'esercizio dei diritti umani di
contenuti economici di base" garantiti dalla Costituzione. E per
sradicare la povertà infantile, che in Spagna affigge 2,5
milioni di bambini. (ANSAmed).
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Spagna: svolta socialdemocratica per Podemos, vince realismo
Anti-casta rinunciano ad uscita da euro e guardano a nord Europa