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Immigrazione: Gentiloni, Europa non può solo alzare muri

A Roma conferenza 'processo Khartum' su flussi da est Africa

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine della conferenza di presentazione del Processo di Khartoum sui flussi migratori

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA - Per controllare i flussi migratori che dalle aree di crisi si riversano sull'Europa "non si può solo alzare un muro, nè bastano solo le azioni di cooperazione: serve una strategia di lungo termine" che unisca la cooperazione con i Paesi in difficoltà alla ricostruzione di Paesi "vicini al collasso totale".

Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa congiunta con il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, a margine della conferenza di presentazione del processo di Khartoum sull'immigrazione dall'Africa orientale. . Gentiloni e Steinmeier si sono detti d'accordo che i Paesi di transito dei migranti verso l'Europa "sono bisognosi di un'azione umanitaria sul territorio". .

Quanto ai Paesi in guerra, "madre di tutti i problemi", è importante l'azione di rilancio degli strumenti diplomatici.

Fondamentale da questo punto di vista, ha detto Gentiloni, è la stabilizzazione della Libia. Si tratta di "combattere - ha aggiunto il titolare della Farnesina - le cause della fuga in massa" dai Paesi in crisi e quindi "quello che stiamo facendo già in Somalia cercheremo di farlo anche in Libia". I due ministri degli Esteri hanno convenuto che il processo di Khartoum, nato per iniziativa della Presidenza italiana dell'Unione europea - e che coinvolge i Paesi membri dell'Ue, quelli di transito del Nord Africa e i Paesi dell'Africa orientale e del Corno d'Africa - costituisce un impegno strategico di lungo termine per provare ad affrontare alla radice il problema dell'immigrazione combinando diverse azioni politiche.

In un intervento pubblicato oggi sul Messaggero, Gentiloni e Steinmeier hanno scritto che guerre civili, persecuzioni, condizioni socio-economiche di deprivazione e violazioni dei diritti umani alimentano crescenti flussi migratori" e che "l'Europa non può reagire a questa situazione con mere azioni di emergenza ai suoi confini". Ma "soluzioni sostenibili alle attuali crisi di rifugiati e ai flussi migratori possono essere individuate, in un'ottica di diplomazia preventiva". C'è la volontà di andare oltre le "mere azioni di polizia o misure umanitarie, che possono dare risposte solo di breve termine; nel lungo, serve solo una nuova partnership con i Paesi di origine e transito, in particolare quelli del Corno d'Africa ed i Paesi mediterranei di transito (Libia in primis, ma anche Egitto e Tunisia)". "Solo quando i temi migratori diventeranno parte integrante della politica estera europea, potremo dare un contributo efficace alla gestione delle crisi migratorie".

(ANSAmed).

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