(ANSAmed) - ZAGABRIA, 27 NOV - Si intensificano in Croazia le
proteste ufficiali e istituzionali contro il comportamento e le
dichiarazioni del leader ultranazionalista serbo Vojislav
Seselj, rilasciato temporaneamente per ragioni di salute dal
carcere del Tpi all'Aja, dove è sotto processo per crimini di
guerra commessi negli anni Novanta in Croazia e in Bosnia.
Ieri il parlamento di Zagabria ha adottato all'unanimità una
dichiarazione in cui chiede al Tribunale penale internazionale
(Tpi) di revocare la decisone sul rilascio temporaneo di Seselj.
I parlamentari croati sostengono che il comportamento di Seselj
nelle ultime due settimane "rappresenta una continuazione della
sua politica di odio etnico e di intolleranza, accompagnati da
aperte pretese territoriali sul territorio della Croazia". Si
ricorda inoltre "l'obbligo della Serbia, Paese candidato all'Ue,
di condannare ogni incitazione all'odio e il progetto della
Grande Serbia".
Intanto il governo croato ha confermato di aver "fatto tutto
il possibile" nell'ambito delle procedure formali per evitare il
rilascio di Seselj. "È vero che si tratta di una decisione
autonoma del Tpi, ma in alcuni casi tutto è evidente e chiaro,
come il fatto che qui si tratta di un criminale di guerra", ha
spiegato il ministro degli Esteri, Vesna Pusic, informando di
aver invitato anche le istituzioni dell'Ue a reagire. Subito
dopo il rilascio di Seselj, Pusic aveva espresso "le più
profonde condoglianze alla Serbia per avere in giro per le
strade un folle criminale di guerra, che invece sarebbe dovuto
restare all'Aja".
Gli analisti croati sono in generale d'accordo che il caso
Seselj non possa compromettere le corrette, anche se non ottime
relazioni tra Zagabria e Belgrado, ma osservano anche che le sue
dichiarazioni e le tiepide reazioni delle autorità ufficiali
serbe potrebbero complicare i rapporti tra i due Paesi. Le
televisioni croate continuano a trasmettere immagini degli anni
Novanta, filmate nelle zone di combattimento, che mostrano
Seselj insieme all'attuale presidente serbo Tomislav Nikolic e
al premier Aleksandar Vucic, all'epoca suoi più stretti
collaboratori. D'altro canto, la decisione del Tpi di accordare
il rilascio temporaneo a uno dei più malfamati criminali di
guerra viene da quasi tutti i giornali interpretata come un
totale fallimento morale e istituzionale della giustizia
internazionale. (ANSAmed).
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Serbia: Seselj, in Croazia si intensificano proteste
'Leader ultranazionalista simbolo odio etnico e intolleranza'