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Turchia: Erdogan, "uomini e donne non sullo stesso piano"

Il presidente, le femministe contrarie alla maternità

ERDOGAN, L'AMERICA FU SCOPERTA DAI MUSULMANI, NON DA COLOMBO

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA - "Considerare uomo e donna sullo stesso piano è contro natura, i due generi sono diversi per indole e costituzione fisica: le donne devono fare le madri". Parola di Recep Tayyip Erdogan, il leader turco che già nei giorni scorsi aveva riempito le cronache dei giornali riscrivendo la storia della scoperta dell'America, merito dei musulmani, altro che Cristoforo Colombo. Stavolta, intervenendo al vertice internazionale "Donne e giustizia" organizzato a Istanbul dalla Women and Democracy Association, ha scelto di esplorare il terreno della differenza di diritti tra uomini e donne. Il 'sultano' turco - al quale molti dei suoi detrattori imputano un disegno di 'reislamizzazione' del Paese - ha chiarito a modo suo con un esempio: "Non si possono mettere sullo stesso piano una donna incinta e un uomo", ha spiegato, esortando le mamme turche ad avere "almeno tre figli" e condannando l'aborto come "un omicidio". Ma Erdogan non si è fermato qui. E proprio al vertice internazionale sui diritti delle donne ha sferrato un duro attacco al "femminismo" e alle "femministe", colpevoli queste ultime di "rifiutare il concetto di maternità". Per rafforzare il concetto ha chiamato in causa la religione. "L'Islam - ha detto - ha definito il ruolo delle donne: essere madri. Ed è un concetto che non è possibile spiegare alle femministe". Citando Maometto, Erdogan ha ribadito che "il paradiso si colloca ai piedi delle madri". E commosso ha aggiunto: "Vorrei baciare i piedi di mia madre perché profumano di paradiso". "Quello di Erdogan è un discorso che incita pubblicamente all'odio", ha tuonato Aylin Nazliaka, deputata del partito Repubblicano, accusando il presidente di continuare ad "ostracizzare" le donne. "Continuerò ad avversare quest'uomo che non fa alcuna differenza tra i terroristi e le donne", ha aggiunto la parlamentare. Le posizioni intransigenti del capo dello Stato turco, eletto alla presidenza nel mese di agosto, sono state più volte fortemente criticate da numerose attiviste. Nel Global gender gap report 2013, stilato dal World economic forum, che aveva preso in considerazione la parità di genere in 136 nazioni, la Turchia si era aggiudicata il centoventesimo posto, annoverando tassi di violenza domestica dieci volte superiore rispetto a quella registrata in altri Paesi europei.

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