(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 21 NOV - I componenti dell'oramai residua
pattuglia di candidati alla presidenza della repubblica
tunisina, a poche ore dall'apertura dei seggi, continuano a
dirsene di tutti i colori, a naturale complemento di una
campagna elettorale mai come quella di queste settimane
violenta, minacciosa ed a tratti anche volgare. Una campagna
che sembra avere messo da parte quel che è veramente alla base
della crisi tunisina, ovvero una economia che stenta a
riprendere un ritmo di crescita degno di tale nome, dopo le
mille speranze generate dalla ''rivoluzione''.
L'economia interna sembra dare segnali confortanti, pur se in
un panorama che paga in modo forse anche esagerato le incertezze
derivate dal quadro politico, vittima di una campagna elettorale
perenne, che, cominciata nell'estate del 2011, forse - ed è bene
ribadire il ''forse'' - si concluderà domenica se, come
auspicabile, uno dei candidati toccherà il 50,01 per cento delle
preferenze. Ma, al di là dei confini nazionali, l'immagine della
Tunisia stenta a tornare alla considerazione di qualche anno fa,
quando - paradossalmente - il regime autoritario di Zine El
Abidine Ben Ali in un certo senso garantiva di più coloro che,
stranieri, avevano intenzione di investire. Tanto più che, con
il dittatore in fuga, in Tunisia si aprì una durissima fase
delle relazioni industriali che portò più d'un imprenditore
straniero ad andarsene, scoraggiando chi vi voleva investire.
Il parametro più chiaro di questo costante calo di fiducia sono
gli Investimenti diretti esteri, che da troppe stagioni stanno
facendo registrare un calo. Secondo l'Agenzia di promozione
dell'investimento straniero, nei primi dieci mesi dell'anno gli
Ide, se rapportati al medesimo periodo del 2013, hanno subito
una contrazione del 10,5 per cento. Calo che, rispetto ai primi
dieci mesi del 2010 (ovvero, a poche settimane dalla caduta di
Ben Ali), è quantificato nel 24,1 per cento. In pratica, dal
2010 ad oggi, gli Ide sono diminuiti di un quarto, un calo
enorme. Traducendo in moneta corrente, gli Investimenti diretti
esteri in Tunisia, da gennaio a ottobre, sono ammontati a 1.418
milioni di dinari (quando oggi la moneta tunisina vale 0,55
dollari americani), dove, a fare la parte del leone sono quelli
relativi al settore energetico (circa 800 milioni di dinari),
comunque anch'essi in calo rispetto allo scorso anno (-14%), per
non parlare del 2010 (-27,3%). Un altro dei pilastri
dell'economia tunisina, l'agricoltura, sembra avere perso
interesse da parte degli investitori stranieri, tanto che, nel
periodo gennaio/ottobre del 2014 gli Ide sono calati di quasi il
39 %. Una situazione generale che dovrebbe impensierire chi si è
candidato alla guida del Paese, ma, purtroppo, questo argomento
sembra essere stato messo in un angolo, preferendogli argomenti
di ''alta politica'', con cui la gente non può certo mangiare.
(ANSAmed).
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Tunisia: incertezza politica scoraggia investitori stranieri
Gli Ide crollati in pochi anni, perso il 24% dal 2010