(ANSAmed) - TUNISI, 20 OTT - Domenica prossima i tunisini
saranno chiamati a scegliere i 217 membri del Parlamento che
verrà eletto in base alla nuova Costituzione del 27 gennaio
2014. 5.236.244 elettori potranno scegliere tra le migliaia di
candidati appartenenti alle 1327 liste elettorali, di cui 97
all'estero. L'appuntamento elettorale del 26 ottobre prossimo
indicherà chi tra i due partiti più importanti del paese, ovvero
quello di ispirazione islamica Ennhadha e quello di ispirazione
laica Nidaa Tounes governerà la Tunisia per i futuri cinque
anni. Tutta la campagna elettorale è stata caratterizzata dalla
contrapposizione tra i due schieramenti in termini di idee,
programmi, modelli di società proposti ed i due rispettivi
leader, ovvero Rached Ghannouchi di Ennhadha e Béji Caid Essebsi
di Nidaa Tounes, non hanno fatto altro che confermare questa
rivalità in ogni loro intervento pubblico, specie nei comizi che
hanno visto la partecipazione di migliaia di simpatizzanti nelle
varie città della Tunisia. Essebsi ha più volte negato ogni
possibile alleanza tra il suo partito e quello di Ennhadha,
sottolineando in ogni occasione la visione moderna della società
di Nidaa Tounes rispetto a quella antiquata di Ennhadha.
Ghannouchi ha sempre respinto al mittente le accuse dichiarando
che il suo partito non ha bisogno di lezioni in materia di
democrazia, Islam o libertà, ed ha invece basato la sua campagna
elettorale su come il ''consenso'', dovrebbe rappresentare
l'elemento fondamentale per governare la Tunisia del dopo
rivoluzione, facendo trapelare la sua approvazione per un futuro
governo di coalizione. Convinto che il suo partito vincerà le
politiche ha detto che anche nel caso in cui Ennhadha si dovesse
ritrovare all'opposizione giocherà lo stesso il suo ruolo
''poiché la democrazia funziona così ed è basata
sull'alternanza''. Arrivare primi nelle preferenze degli
elettori è fondamentale perché la nuova Costituzione premia il
partito di maggioranza con il diritto di nominare il capo del
prossimo governo. Un eventuale successo di Nidaa spianerebbe la
strada anche alla Presidenza di Essebsi, ex-premier
ultraottuagenario, principale favorito al Palazzo di Cartagine
secondo molti osservatori, mentre Ennhadha, ha scommesso tutto
sull'esito delle legislative scegliendo di non supportare nessun
candidato alle presidenziali, in tal modo sottraendosi alle
accuse di voler monopolizzare tutte le istituzioni. Ma il non
avere a disposizione sondaggi politici aggiornati, espressamente
vietati dalla legge durante la campagna elettorale, rende
impossibile ogni previsione sul risultato finale, soprattutto
perché regna forte l'incognita di una bassa affluenza alle urne.
L'elettorato infatti rispetto al 2011 è volatile e disilluso ed
i programmi proposti sul piano delle riforme economiche dai due
partiti essenzialmente si equivalgono se non forse per il fatto
che Nidaa punta sullo sviluppo dell'industria tecnologica per
fare della Tunisia un paese esportatore e creare nuovi posti di
lavoro, mentre Ennhadha preferisce concentrarsi
sull'islamizzazione della finanza per trasformare il paese nel
primo hub finanziario dell'Africa settentrionale. Spiega ad
Ansamed l'esperto in diritto costituzionale dei paesi arabi
Pietro Longo ''La transizione costituzionale è solo il primo
passo per la stabilizzazione del paese. Di certo un parlamento
molto frammentato impedirebbe l'adozione di tutte le leggi
necessarie per attuare le riforme economiche. Lo stesso
accadrebbe però nel caso di un parlamento diviso interamente tra
due i poli maggioritari, come Nidaa e Ennhadha, se questi
restassero abbarbicati su posizioni discordanti. In entrambi gli
scenari, quindi, il raggiungimento del consenso e la creazione
di ampie coalizioni potrà rivelarsi, ancora una volta, l'unica
vera strategia di successo. (ANSAmed)
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Tunisia:Elezioni, sprint finale per Ennhadha e Nidaa Tounes
Lotta a distanza tra i due maggiori partiti del Paese