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Catalogna, la sfida del governo di Barcellona non si ferma

Mas: 'non rettificherò volontà di votare per il proprio futuro'

Redazione Ansa

(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - La sfida del governo catalano di Artur Mas per il referendum indipendentista del 9 novembre procede senza tregua, in sede legale e nel Parlament, mentre la protesta di chi vuole votare come da programma si è trasferita nelle piazze della Catalogna, dove Madrid ha inviato 300 poliziotti antisommossa a blindare gli edifici pubblici. Ieri l'esecutivo di Mas ha presentato all'Alta Corte l'annunciato ricorso per "l'immediata revoca" della sospensione del voto. Ma la Generalitat ha fatto un'ulteriore passo verso lo strappo istituzionale con la nomina - nella Camera catalana e in un clima di scontro frontale con i partiti unionisti - della giunta elettorale incaricata delle operazioni di voto nelle urne.

Martedì il governo catalano aveva deciso di sospendere temporaneamente la campagna istituzionale per il 9 novembre, anche se il portavoce Francesc Homs aveva avvertito che "la partita continua". Nel ricorso all'Alta Corte, il governo della Generalitat sollecita la revoca della sospensione del voto in modo da poter continuare i preparativi in vista dello scrutinio.

E, per motivare la sua richiesta, cita la sentenza della stessa Corte costituzionale sulla dichiarazione di sovranità del Parlamento catalano, al quale ha riconosciuto "la legittimità" del "diritto a decidere". L'esecutivo di Mas lotta contro il tempo per ultimare l'iter nei tempi tecnici necessari per l'eventuale voto del 9 novembre. In questo senso la richiesta di "revoca immediata" dello stop cautelare al referendum fa appello "alla presunzione di legittimità delle leggi" e alla difesa "degli interessi pregiudicati dalla sospensione". E ricorda che "le consultazioni popolari sono uno strumento ordinario per conoscere l'opinione dei cittadini nelle democrazie liberali". I giuristi della Generalitat citano l'Unione europea e il Consiglio d'Europa, per ricordare in quanto "hanno raccomandato di rafforzare le istituzioni democratiche con meccanismi di partecipazione diretta".

Intanto, nel teso dibattito di ieri alla Camera catalana, Artur Mas è apparso assediato da un lato dagli alleati di Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), che esigono di mantenere la campagna istituzionale per il referendum, per non farsi "complice della sospensione" decretata dalla Corte costituzionale. E, dall'altro, del fronte unionista, capitanato dal Ppc, con la leader Alicia Sanchez Camacho che ha minacciato di denunciarlo in sede penale, per aver "superato la linea rossa" della legalità. "Non rettificherò la volontà del popolo catalano a votare per il suo futuro", è stata la replica di Mas, secondo cui il processo" indipendentista deve continuare ad avere una "mobilitazione sociale, una trasparenza democratica, un atteggiamento pacifico e una unità politica". Il presidente catalano ha infine confermato per i prossimi giorni una serie di incontri bilaterali con i partiti favorevoli alla consultazione, per definire la strategia da seguire.(ANSAmed).

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