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Spagna: Rajoy ritira controversa riforma legge aborto

Ministro giustizia che l'aveva promossa si dimette e apre crisi

Redazione Ansa

(di Paola Del Vecchio) (ANSA) - MADRID, 23 SET - Una riforma dell'aborto controversa, osteggiata non solo dalle associazioni delle donne e da tutti i partiti dell'opposizione, ma contestata anche da ampi settori del Partido Popular al governo, che l'aveva promossa. La Spagna ha salutato come una "vittoria della società civile" il ritiro del disegno di 'Legge organica di protezione del concepito e dei diritti delle donne in gravidanza', confermato oggi dal premier conservatore Mariano Rajoy, per "mancanza di sufficiente consenso sociale". Poche ore dopo, il promotore, il ministro di giustizia ed ex sindaco di Madrid, Alberto Ruiz Gallardon, che di quella legge aveva fatto il suo cavallo di battaglia, ha annunciato le dimissioni da tutti gli incarichi nel PP e la rinuncia al seggio, aprendo una crisi di governo in un momento chiave, in cui la Spagna è a un passo dalla sua più grave crisi di Stato sulla sfida indipendentista in Catalogna. Il dicastero della giustizia resta vacante proprio quando il governo si prepara a impugnare davanti alla Corte costituzionale la convocazione del referendum sulla sovranità nella regione. E mentre Rajoy è in procinto di partire, questa sera, per un viaggio ufficiale di quattro giorni in Cina.

Nell'annunciare la rinuncia alla polemica riforma dell'aborto, il premier ha assicurato che sarà modificata l'attuale normativa, per reintrodurre l'obbligo del consenso dei genitori all'aborto per le minori di 16 anni, e sarà varato un Piano di protezione della famiglia "entro fine anno".

Cardine delle riforme promesse da Rajoy nella vittoriosa campagna elettorale del 2011, il disegno di legge di Gallardon, approvato in prima lettura il 20 dicembre scorso dal consiglio dei ministri, cancellava di fatto la legge varata nel 2010 dal governo Zapatero, che ha fissato nelle 14 settimane il termine legale per abortire e consente la libera scelta anche alle minori di 16 e 17 anni, senza il consenso dei genitori.

L'aspetto più controverso della 'controriforma', i limiti imposti all'aborto anche in caso di malformazione del feto, in virtù della "difesa dei diritti dei non nati". La rinuncia al progetto di riforma dell'aborto è stata accolta come "un trionfo" da associazioni di donne e partiti della sinistra e dell'opposizione; mentre è stata liquidata come "una misura elettorale" dal segretario e portavoce della Conferenza Episcopale, José Maria Gil Tamayo. Da parte loro, i movimenti anti-aborto 'Hazte Oir' e 'Derecho a la vida' si sono mobilitati sotto la sede centrale del PP e hanno annunciato manifestazioni di piazza per i prossimi giorni.

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