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Libia: ancora caos, Tripoli in mano a 'rivoluzionari' Alba

Ma Bengasi li 'sconfessa' mentre a Tobruk si forma nuovo governo

Fumo su Tripoli durante i compattimenti tra le milizie di Alba di Libia e dell'Operazione 'Dignità' (archivio)

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA - Tripoli è ormai sotto il controllo delle milizie prevalentemente islamiste raccolte nell'operazione Alba della Libia, dopo settimane di combattimenti contro una coalizione di milizie avversarie - raccolte nell'operazione Dignità facente capo all'ex generale Khalifa Haftar - cominciati a luglio con i primi scontri intorno all'aeroporto di Tripoli.

A prenderno atto - riporta il Libya Herald - anche il governo provvisorio che fa capo al Parlamento di Tobruk, all'estremo est della Libia, ha ammesso di non avere alcun controllo suoi ministeri e le istituzioni governative della capitale. Una dichiarazione che sancisce "l'ovvio", osserva il giornale online, in quanto "i ministeri di Tripoli al momento non esercitano alcun potere nel Paese".

Intanto il Parlamento di Tobruk ha incaricato il primo ministro provvisorio, Abdullah al Thani, di formarne uno nuovo dopo le dimissioni dei suoi ministri la scorsa settimana.

Al Thani, che ha assunto poteri presidenziali dopo le tormentate vicende che hanno infine condotto al suo definitivo insediamento nel giugno scorso, ha due settimane per definire una nuova lista di ministri, che il Parlamento di Tobruk ha chiesto sia più snello di quello precedente.

Ma si tratta di dettagli procedurali, considerato il caos che regna nel Paese e la sua divisione di fatto tra tre distinte realtà territoriali: quella 'legittimata' dalle urne il 25 giugno ed 'esiliata' a Tobruk, il sedicente 'califfato' guidato da Ansar Al Sharia a Bengasi e il Consiglio dei rivoluzionari di Tripoli, il nuovo raggruppamento dei miliziani che hanno preso il controllo della capitale. Qui, la scorsa settimana, gli stessi miliziani avevano resuscitato il Congresso Nazionale Generale decaduto con le elezioni di giugno, indicando in Omar Hassi il proprio primo ministro.

Ma oggi i jihasti di Ansar al Sharia hanno dichiarato che il nuovo Consiglio dei rivoluzionari di Tripoli, che aveva annunciato la volontà di creare uno stato democratico, "viola i principi dell'Islam". "Ci siamo rivoltati contro Gheddafi e ora Haftar per issare le bandiere della Sharia - affermano - non per creare un nuovo tiranno che permetta il ritorno all'egemonia occidentale". Intanto a Tripoli, assicura all'agenzia vaticana Fides mons.

Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico della capitale, "la situazione è abbastanza sotto controllo, c'è più serenità e più calma rispetto a qualche giorno fa, non si sentono più le esplosioni dei bombardamenti". "Finora - aggiunge - non abbiamo avuto difficoltà come comunità cristiana". E sempre da Tripoli è stato diffuso un video che mostra un gruppo di uomini dei Alba della Libia affacciati ai balconi del complesso dell'ambasciata statunitense, evacuata alla fine di luglio, e mentre fanno il bagno in piscina. Ma secondo l'ambasciatore americano in Libia Deborah Jones, che da Malta ieri ha commentato il video con un tweet, il complesso non sembra ''essere stato saccheggiato'.

Infuria indine la battaglia, per il terzo giorno consecutivo, attorno all'aeroporto Benina di Bengasi. Lo riferiscono testimoni oculari. I miliziani di Ansar al Sharia tentano di conquistare lo scalo, strappandolo alle forze di Khalifa Haftar che ancora lo controllano. Da sabato, il bilancio è di almeno 23 morti e 45 feriti, riferiscono fonti mediche. (ANSAmed). 

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