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Bosnia: leader entita' serba, nostro obiettivo indipendenza

Referendum come in Crimea. Così com'è il Paese non funziona

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BELGRADO, 21 LUG - "Il mio programma politico e' il rafforzamento dell'autonomia della Republika Srpska, fino al raggiungimento dell'indipendenza, e credo che gli eventi in Crimea, con il referendum, siano stati un buon esempio che potrebbe essere seguito": lo ha detto il presidente dell'entita' a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina Milorad Dodik, ribadendo il carattere a suo avviso irrealistico del Paese balcanico e l'impossibilita' di una sua sopravvivenza.

"E' ormai dimostrato che la Bosnia-Erzegovina non funziona affatto, e che nessuno ne ricava beneficio, ne' i serbi, ne' i musulmani, ne' i croati, eccetto per un certo numero di stranieri", ha aggiunto Dodik in una intervista al quotidiano serbo Blic. Con gli accordi di Dayton del novembre 1995, che posero fine alla guerra, la Bosnia-Erzegovina si compone di tre popoli (serbi ortodossi, croati cattolici, bosniaci musulmani) e due entita' - la Republika Srpska (Rs) e la Federazione croato-musulmana (Bh), ognuna con la propria struttura istituzionale e organi di governo. Ad essi si aggiungono gli organismi centrali, per lo piu' tripartiti, cosa che provoca forti difficolta' nel processo decisionale, con i veti incrociati delle varie componenti etniche, in perenne contrasto.

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