(ANSAmed) – SARAJEVO, 13 MAG – "Sono venuto a Sarajevo come
amico e come rappresentante di un Paese che rispetta l'integrità
territoriale della Bosnia-Erzegovina, che rispetta la Republika
Srpska e l'accordo di pace di Dayton". Lo ha detto il nuovo
premier serbo Aleksandar Vucic che ha compiuto oggi a Sarajevo,
su invito del premier bosniaco Vjekoslav Bevanda, la sua prima
visita all'estero dopo il trionfo alle elezioni del marzo
scorso.
L'obiettivo, chiudere definitivamente le pagine dolorose del
passato legate al conflitto armato del 1992-1995 e aprire una
nuova fase nei rapporti fra i due Paesi ex jugoslavi, basati sul
rispetto e la fiducia reciproci.
Vucic è il primo leader di Belgrado arrivato in visita
ufficiale nella capitale bosniaca senza aver prima visitato la
Republika Srpska (Rs), l'entità a maggioranza serba di Bosnia:
una visita chiaramente in dissonanza con le recenti
dichiarazioni del suo compagno di partito, il presidente serbo
Tomislav Nikolic, secondo il quale "la Bosnia non può
sopravvivere".
E' opinione generale nella capitale bosniaca che questa
visita rappresenti un passo avanti nei rapporti tra Sarajevo e
Belgrado, e che essa sia particolarmente importante per la
situazione politica nella Rs dove, secondo l'analista Srecko
Latal, la caduta del governo serbo di Boris Tadic ha segnato la
perdita di sostegno all'Snsd, il partito del presidente della Rs
Milorad Dodik, e l'inizio di un approccio più bilanciato da
parte di Belgrado nei confronti della Rs e della Bosnia nel suo
complesso.
Alcuni media hanno però ricordato che all'epoca delle
guerre jugoslave degli anni '90 Vucic, che allora militava nel
partito del nazionalista Vojislav Seselj, oggi sotto processo
per crimini di guerra al Tribunale dell'Aja (Tpi), invitava
all'uccisione dei musulmani, e che nella pagina web del suo
Partito del progresso serbo (Sns) fino a ieri c'era il documento
programmatico del partito stesso in cui si annunciava la
possibilità di unificazione della Rs con la Serbia.
"Così come noi in Serbia non avevamo capito quello che stava
succedendo dopo la caduta del muro di Berlino, alcuni oggi non
capiscono che cosa gli succede intorno", ha commentato Vucic.
I colloqui tra le delegazioni, ha detto Bevanda, sono stati
dedicati soprattutto agli aspetti concreti della collaborazione
economica e "con lo sguardo rivolto al futuro".
Vucic ha detto tra l'altro che aiuterà la Bosnia ad attirare
investimenti dai paesi arabi che hanno già investito in misura
cospicua in Serbia: "per noi è importante il successo di questo
paese, una Bosnia più ricca è un'occasione per una Serbia più
ricca".
Oltre al premier bosniaco, Vucic ha incontrato a Sarajevo i
tre esponenti della presidenza collegiale, Bakir Izetbegovic,
Zeljko Komsic, Nebojsa Radmanovic, ed il ministro degli esteri
Zlatko Lagumdzija. In giornata ha visitato un ospedale, la
maggiore moschea di Sarajevo e le cattedrali ortodossa e
cattolica. (ANSAmed).
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Bosnia-Serbia: Vucic a Sarajevo per voltare pagina
'Sono venuto come amico'. Prima visita all'estero nuovo premier